Trend Glamping: vivere la natura con tutte le comodità

Autore:
Daniela Giambrone
  • Giornalista

Casette, capanne, appartamenti mobili. Le soluzioni per questa formula di turismo stanno diventando sempre più spettacolari.

Trend Glamping: vivere la natura con tutte le comodità
Lilelo, design Atelier Lavit. Foto: Silvia Lavit, Daniel Mazza

Non chiamatelo campeggio. Sebbene il termine nasca dalla fusione tra glamour e camping, il glamping è distante anni luce dalle tende maldestramente montate da soli o dai fornellini traballanti su cui far cuocere il pranzo. Del campeggio tuttavia conserva il contatto diretto con la natura. Grazie alla sua formula diffusa, che prevede piccoli alloggi autosufficienti distribuiti su un territorio più o meno incontaminato, il trend è esploso in questi ultimi anni segnati dalla pandemia. Ma siccome non tutto il male viene per nuocere, lo sviluppo del glamping ha portato alla realizzazione di soluzioni sempre più raffinate, spettacolari, particolari. Dove la tecnologia del costruire va di pari passo con la sensibilità sostenibile e consente di sperimentare su piccola scala soluzioni architettoniche audaci e all’avanguardia. Portiamo qui tre esempi italiani interessanti.

GlamBox di Officina 82

Trend Glamping: vivere la natura con tutte le comodità
GlamBox, design Officina 82

Un modulo pensato ad hoc per Selucente, un progetto di ricettività innovativa legata al recupero della borgata alpina Alpisella a Garessio, in provincia di Cuneo, a 1.000 metri di quota, sulle Alpi liguri piemontesi.

Officina 82 è uno studio fondato nel 2007 da Fabio Revetria, architetto, e Lara Sappa, architetto paesaggista, il cui intento è quello di utilizzare la progettazione come strumento di riqualificazione e sviluppo per le aree rurali marginali. Selucente, di cui gli stessi architetti sono promotori, va proprio in questa direzione: vuole proporre un progetto integrato di architettura e paesaggio dove GlamBox, ispirato ai fienili e alle baracche presenti sul territorio, si inserisce in armonia. Nato sull’esperienza dei progetti precedenti dello studio, Cabanon e StarsBOX, ne riprende il legame con l’architettura povera tradizionale e la funzione ricettiva pensata per un contatto diretto con la natura, contemplazione delle stelle inclusa.

Il modulo è costruito in legno di castagno, con una pianta di 5×3 metri e uno sviluppo su due livelli: al piano terra si trova la camera da letto e il bagno, sul soppalco altri due potenziali posti letto destinati ai bambini. La chicca è il letto montato su rotelle che può essere portato sulla terrazza all’esterno, per consentire la visione del cielo notturno comodamente sdraiati.

Lilelo di Atelier Lavit

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Lilelo, design Atelier Lavit. Foto: Silvia Lavit, Daniel Mazza

Il nome deriva da Little Leisure Lodge. Si tratta di un ecolodge progettato dall’architetto Marco Lavit, fondatore del ben noto Atelier Lavit di Parigi, per il complesso situato tra le colline del Monferrato, nei pressi del borgo di Grezzano Badoglio, in Piemonte. Una struttura ricettiva costituita da tre alloggi indipendenti, più un modulo dove si trovano reception e spazi comuni.

Rialzate da terra, con una pianta rettangolare di 6 x 9 m e un’altezza del soffitto di 5,5 m, le capanne sono progettate nel rispetto di sostenibilità ed efficienza energetica. Sono infatti realizzate in larice trattato solo con olio, un elemento naturale che viene assorbito dal legno, arricchendolo e nutrendolo con la stagionatura. Legno anche per arredi, finiture di pareti e pavimenti, per restituire un insieme perfettamente integrato nel paesaggio. La copertura presenta una forma ad A con due prospetti triangolari completamente vetrati, che fungono anche da parete e struttura portante. Luce naturale generosa grazie a finestre decisamente ampie e trasparenti, che favoriscono uno scambio armonioso fra interno ed esterno.

Il progetto di Lilelo è stato supportato anche da una grande componente di tecnologia, ovviamente. A isolare e proteggere il tetto a cappa, per esempio, è stata applicata la membrana Divoroll Biolaytec, prodotta da BMI Wierer, che gestisce l’eventuale condensa e consente l’evotraspirazione del sistema. Su questa è stata poi posizionata una lamiera a sostegno della fitta listellatura posta in orizzontale, visibile sia dall’interno che dall’esterno. Una capanna gioiello dove nulla è lasciato al caso.

FreedHome 2 di Crippaconcept in collaborazione con Roberto Perego

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FreedHome 2, design Roberto Perego per Crippaconcept

Presentato all’ultima Milano Design Week, il nuovo modello di mobile home dell’azienda – importante player di progettazione e produzione di case mobili e tende lodge made in Italy – reinterpreta uno dei suoi primi bestseller alla luce delle nuove esigenze sostenibili. FreedHome 2 è costruita infatti con materiali naturali, riciclati e riciclabili, che alla fine del ciclo vita della struttura possono essere recuperati e riutilizzati per nuovi scopi.

L’architetto Roberto Perego così descrive il progetto:

La nuova versione si differenzia dall’originale soprattutto nel layout che ora – rispetto al passato in cui l’ingresso era collocato frontale su lato corto – garantisce anche l’accesso sul lato lungo. La pianta mantiene un ampio soggiorno centrale, che garantisce la trasparenza e la luce diffusa con l’utilizzo di una vetrata fissa a tutta altezza che fa da sfondo alla zona living. Il layout del soggiorno è stato modificato con l’aggiunta di un nuovo divano più avvolgente e l’inserimento di due poltroncine che rendono lo spazio più versatile e personalizzabile.

Più rifiniti i dettagli, più ergonomici gli spazi, FreedHome 2 si va ad aggiungere al portfolio delle soluzioni di Crippaconcept, che si ritrovano in numerosi camping village e holiday park in Italia e all’estero.

 

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