L’office interior si tinge di atmosfere domestiche. Due coworking di ispirazione
Non ci sono più gli uffici di una volta e meno male. Gli interni degli spazi di lavoro, coworking in testa, stanno cambiando diventando sempre più confortevoli. Perché in gioco c’è la competizione con le nostre case.

I primi furono Google e Facebook, che già negli anni Novanta e Duemila sperimentarono ambienti d’ufficio meno formali: i loro ping-pong, sacchi a pelo e aree relax ci hanno fatto sognare e sospirare per tanto tempo. Poi, verso la metà degli anni Dieci del 2000, si cominciò a parlare di Resimercial (Residencial+Commercial, vale a dire appunto rendere domestici gli ambienti di lavoro) come di una vera tendenza in diffusione nel settore del design e dell’architettura. Infine, la pandemia di COVID-19 fece da booster: l’estetica residenziale/domestica applicata a luoghi commerciali/pubblici, nello specifico ai coworking, letteralmente esplose. Milioni di persone in pandemia sperimentarono il lavoro da casa per lunghi periodi, abituandosi al comfort domestico. Al ritorno alla normalità post pandemica, il design resimercial si è dimostrato ben più di una tendenza, piuttosto un modello utile per creare ambienti d’ufficio più allineati alle esigenze attuali. Decisamente più diffuso ed evoluto all’estero, in Italia gli esempi di questo trend applicato agli spazi di lavoro sono ancora pochi, per questo abbiamo selezionato un coworking australiano e uno polacco, entrambi caratterizzati da un gusto sontuoso e sofisticato.
A Breslavia, in Polonia, un coworking ricco di fascino storico

In Polonia il mercato del coworking può definirsi maturo e molto dinamico. A Breslavia, una delle città più grandi e vivaci del Paese, lo studio Cudo si è occupato del progetto di Labo, ricavato all’interno di un palazzo neorinascimentale del 1864, ex sede della Facoltà di Farmacia dell’Università di Medicina.
Aperto 24h su 24h, 7 giorni alla settimana, oltre 90 fra postazioni di co-working, scrivanie condivise e uffici attrezzati, Labo offre anche uffici virtuali, sale conferenze, spazi per eventi e persino una sala podcast. Insieme a comfort necessari per il lavoro quotidiano, come Internet a banda larga e una cucina con accesso illimitato a caffè, tè e acqua.
Strategico e scenografico è il grande spazio comune che funge da luogo di ritrovo. Qui l’eleganza storica dell’edificio ha ispirato atmosfere e materiali, dando particolare rilievo al vetro farmaceutico che costituisce le installazioni decorative sospese sopra i tavoli circolari. La tecnica di giunzione degli elementi in vetro è quasi invisibile, la vetratura è stata realizzata utilizzando la tecnologia di curvatura ad arco. Ciascuno degli elementi circolari che compongono l’installazione – realizzata da artigiani locali di altissimo livello – ha un diametro di oltre 3 metri e conta più di 50 elementi in vetro.

La palette cromatica degli interni ruota attorno a tonalità che vanno dal bianco caldo al sabbia, mentre gli accenti di colore virano su ocra e ambra, per un abbinamento soft e sofisticato. L’uso del colore scuro per il soffitto serve a definire lo spazio, nascondendo al contempo l’infrastruttura tecnica dell’edificio, mantenendo così l’armonia visiva in tutto il progetto.
Altro elemento centrale è rappresentato dalla libreria, realizzata come una griglia a giorno in acciaio sabbia, che si integra armoniosamente nello spazio, organizzandolo e completandolo senza interferire con gli altri elementi.

Per mantenere l’atmosfera soft ed elegante di questa zona, la cucina, il guardaroba e l’area stampante sono stati posizionati dietro lo spazio di co-working.

I singoli uffici sono separati dalla zona condivisa mediante alte pareti in vetro, che permettono comunque alla luce di filtrare e illuminare la zona centrale. Gli ambienti qui presentano uno stile più asciutto e minimalista, consentendo ai fruitori di adattare lo spazio alle proprie esigenze individuali.
A Cremorne, in Australia, nuove sontuosità strizzano l’occhio ai classici dell’antichità

Con una superficie di quasi 3000 mq distribuiti su due piani, il coworking Forum si erge fieramente nel cuore di Cremorne, a soli 2 km dal centro di Melbourne, all’interno del Sixty-five Dover, un edificio che potrebbe quasi definirsi un distretto, considerata l’ampiezza. Sviluppato da Fortis e progettato da Fieldwork Architects, l’imponente progetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il design innovativo, i principi di sostenibilità e i servizi offerti. Gli utenti hanno accesso, fra le altre facilities, a un campo da basket e a un rooftop dove si tengono lezioni di yoga mattutino e si sorseggiano drink al tramonto.
All’interno di questo nuovo complesso si trova Forum, coworking firmato dallo studio Foolscap – con tre sedi, la più grande a Melbourne e le altre due a Perth e Sydney – organizzato prendendo ispirazione dai tradizionali fori romani, dai grandi spazi sociali dell’antichità.

Ad accogliere gli utenti è un’ampia zona aperta situata direttamente davanti agli ascensori, punto centrale da cui si diramano tutti gli altri servizi e spazi funzionali. Come un paesaggio dai tratti domestici, lo spazio è realizzato a più livelli in sughero marmorizzato, mentre i gradini sinuosi creano un ambiente dinamico che ricorda un auditorium in pietra calcarea. Queste piattaforme architettoniche sono impreziosite da panche imbottite e mobili solidi. In un richiamo ai tradizionali colonnati ombreggiati intorno alle piazze cittadine, l’atrio è fiancheggiato da colonne rivestite per metà in travertino e incorpora un soffitto a volta che crea un bel fascio di luce.

Le postazioni di lavoro dedicate, impreziosite da pareti rivestite in legno e applique dipinte a mano del brand australiano Robert Gordon Interiors, sono rese accoglienti da una moquette ocra e da divisori acustici verde eucalipto, perfetti per valorizzare l’ambiente calmo e dalle tonalità terrose.
La biblioteca, progettata per adattarsi a una stanza concava, fa da quinta teatrale alla sala dotata di scrivanie comuni, angoli lettura protetti da tende e scaffali carichi di oggetti e libri. Pareti in lana di legno texturizzata migliorano il comfort acustico e aggiungono un tocco di calore naturale.

La cucina, completamente attrezzata per ospitare anche grandi eventi, è rivestita con piastrelle in terracotta, attrezzata con mobili in legno e applique in ceramica color sabbia realizzate su misura.
Infine la lounge, che si distingue per la tappezzeria verde scuro e blu navy, ci segnala visivamente la separazione fra spazi di lavoro e svago.

Sapientemente collocate nei vari ambienti troviamo le opere della collezione di Artbank, dipinti a olio e incisioni di artisti australiani, mentre grandi stampe personalizzate del fotografo australiano Thomas Hvala raffigurano le antiche rovine di Atene e statue in bronzo, rafforzando implicitamente i richiami all’epoca classica del concept.