La Fenice del Monte Cervino: la rinascita di un’icona alpina

Autore:
Monica Zani
  • Giornalista
Tempo di lettura: 6 minuti

La storica Villa Bacchini, autentico gioiello architettonico costruito nel 1936, è tornata a nuova vita dopo anni di silenzio e degrado, rinascendo sotto un nome dal forte valore simbolico: ‘La Fenice del Monte Cervino’. Un appellativo che racconta perfettamente la sua rinascita, come una creatura che rinasce dalle proprie ceneri per tornare a splendere ai piedi della montagna

La Fenice del Monte Cervino: la rinascita di un’icona alpina
L‘ingresso

La nuova La Fenice del Monte Cervino è sospesa tra leggenda e rinascita: il suo nome evoca il mito della rinascita, e non potrebbe essere altrimenti. Sorge dove, nel 1936, era stata edificata la storica Villa Bacchini, una delle prime dimore private della località e travolta da due valanghe nel 1980. Oggi, dopo oltre quarant’anni, rinasce come un’opera di architettura alpina che reinterpreta il passato senza imitarlo. Il nome scelto non è casuale: come il mitico uccello che rinasce dalle proprie ceneri, questa villa torna a esistere nella sua forma più evoluta.

Un progetto che dialoga con la memoria

La Fenice del Monte Cervino: la rinascita di un’icona alpina
Una camera

La ricostruzione della villa è firmata dallo studio Bettiol Architecture, in collaborazione con l’interior contractor valtellinese Concreta, realtà specializzata nella manifattura d’alta gamma. L’obiettivo progettuale è stato chiaro fin dall’inizio: non ricreare una versione nostalgica del passato, ma tradurne l’essenza attraverso il design contemporaneo. Il vincolo a cui era sottoposta la facciata ha guidato la progettazione nel rispetto delle proporzioni originarie, mentre gli interni sono stati reinterpretati come un racconto nuovo, basato sui materiali autoriali e sul rapporto con il paesaggio.

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La vista di una camera con bagno
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Il bagno annesso a una camera
La Fenice del Monte Cervino: la rinascita di un’icona alpina
Pietra e legno sono protagonisti

Tra i protagonisti della composizione materica, la pietra recuperata dalle macerie della villa originale riporta radici e memoria nel nuovo edificio, evocando la permanenza della montagna. Il larice antico, usato per boiserie e pavimenti, aggiunge una dimensione calda e tattile, trasformando ogni ambiente in un rifugio sensoriale. Accanto a questi materiali, simboli della tradizione alpina, compaiono elementi opulenti ma discreti: ottone brunito, velluti, cristalli, dettagli raffinati che conferiscono alla villa un’eleganza misurata, lontana dai cliché rustici dello chalet turistico.

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L’area living
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Relax al calore del camino
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La dimora si estende su 1200 metri quadri distribuiti su 6 livelli

Distribuita su sei livelli per oltre 1.200 metri quadrati, La Fenice non è semplicemente una casa di montagna, ma un microcosmo abitativo indipendente, capace di accogliere una grande famiglia o ospiti provenienti da tutto il mondo. La residenza è pensata per essere sia dimora privata, sia luxury chalet experience, dotata dei servizi tipici di un hotel a cinque stelle.
Il centro distributivo della villa è un grande atrio verticale, dominato da una ringhiera in ottone e metallo con motivi neoclassici, che avvolge la tromba dell’ascensore. L’intera composizione richiama un gusto italiano raffinatissimo: cornici lignee lavorate, stucchi decorativi, proporzioni equilibrate che rievocano un neoclassicismo reinterpretato con leggerezza e misura.

Le funzioni tradizionali – camere, soggiorni, cucina e sala da pranzo – convivono con spazi dedicati al benessere e all’intrattenimento: una piscina interna con vista panoramica, che si completa di spa con sauna e bagno turco, idromassaggio esterno immerso nella neve, palestra, sala cinema e sala giochi.


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La sala da pranzo
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La sala cinema
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La sala giochi

Completano la struttura una Ski Room scenografica in legno di mogano, con troni imbottiti in pelle capitonné rosso cardinale e un lampadario in cristalli multicolori, e una Bike Room pensata per la stagione estiva.
L’accesso alla proprietà è rigorosamente privato: si arriva solo in fuoristrada o in motoslitta attraverso una strada dedicata che conduce all’autorimessa sotterranea. Una cantina vini scenografica e una reception accolgono gli ospiti, confermando l’esperienza esclusiva fin dal primo ingresso.

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La palestra
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La SPA
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Altra vista della SPA
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La piscina
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La cantina

Il fascino degli interni: eleganza e radici alpine

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Una camera
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Un bagno con vista sul Cervino

Le sette camere doppie – tra cui due Master Bedroom, due Mini Suite e una King Suite – sono progettate come veri rifugi di montagna. Tutti i bagni, disposti a nord, offrono una vista mozzafiato sul Cervino, con vasche da cui ammirare la vetta innevata, mentre le camere si aprono a sud, verso la vallata, inondate dalla luce mattutina.
Le palette cromatiche cambiano da una stanza all’altra, ma condividono lo stesso principio: celebrare la semplicità del lusso, esaltando la materia viva. Velluti, lane, pelli conciate al vegetale e legno antico creano un paesaggio tattile e avvolgente. I letti reinterpretano il baldacchino tradizionale con una leggerezza nuova, alleggerito da dettagli metallici e inserti di pelle.

La luce come materia architettonica

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La luce naturale entra attraverso le grandi vetrate
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Le grandi vetrate della piscina

Uno degli aspetti più affascinanti del progetto è l’utilizzo della luce. Dall’ingresso, collocato sotto la piscina vetrata, i visitatori sono accolti da giochi cromatici e riflessi d’acqua che proiettano un senso di magia e di sospensione. Ogni spazio è pensato per valorizzare la relazione tra interno ed esterno, creando scorci che incorniciano la montagna come fosse un quadro.
In questo equilibrio, la luce naturale diventa parte del linguaggio progettuale: filtra attraverso le grandi superfici vetrate, amplifica i materiali e disegna ombre che cambiano con le ore del giorno, restituendo alla villa un’anima viva, mutevole, ma profondamente radicata nel paesaggio.

Un simbolo architettonico restituito alla montagna

Stagliata contro la cresta montuosa delle Grandes Murailles, la Fenice del Monte Cervino si pone come un monumento alla resilienza. Non un mero progetto di architettura, ma un atto culturale che restituisce alla comunità un pezzo della propria storia, reinventandolo. Una riflessione su cosa significhi oggi abitare la montagna attraverso la relazione con la materia, la memoria e il paesaggio.

La Fenice del Monte Cervino: la rinascita di un’icona alpina: foto e immagini