Cowley Manor Experimental è un mix meraviglioso di tradizione, campagna e gusto contemporaneo
Nel cuore dell’Inghilterra, fra colline dolci che ammaliano, l’hotel riporta a nuova vita un maniero grazie a un’estetica audace e giocosa.

Benvenuti nel Paese delle Meraviglie. E questa volta è per davvero. Già, perché il Cowley Manor Experimental pare abbia ispirato in passato proprio Lewis Carroll per il suo libro dedicato ad Alice. Oggi l’edificio, immerso in 22 ettari di campagna delle Cotswolds, è un hotel di lusso che offre ai suoi ospiti un mondo fantasioso e colorato. A partire dalla sua dislocazione geografica: le Cotswolds sono una conosciutissima area di dolci colline e campagna rurale situata principalmente nelle contee del Gloucestershire e dell‘Oxfordshire, nel cuore dell’Inghilterra centrale e meridionale. La zona è stata dichiarata Area of Outstanding Natural Beauty (AONB), un riconoscimento che ne tutela il paesaggio di eccezionale bellezza.

La tenuta, la cui prima versione fu costruita nel 1695 e fu progettata dall’architetto R.A. Briggs, vanta un passato glorioso, essendo stata un tempo possedimento addirittura del re Edoardo il Confessore. Passato poi attraverso diverse mani, tra cui la famiglia Horlick e i giovani Art Déco Heber-Percy, il maniero cadde in disuso durante la guerra. La proprietà fu riqualificata come hotel di campagna nel 1999, in quello che fu il primo incarico significativo di De Matos Ryan.

Con l’acquisizione da parte di Experimental Group nel 2022, la riprogettazione, guidata nuovamente dallo studio De Matos Ryan e dall’interior designer Dorothée Meilichzon (CHZON), ha saputo valorizzare il ricco passato della location intrecciandolo con un’estetica contemporanea e audace. Il risultato è un “joyeux bordel”, come lo ha definito Meilichzon, un allegro caos di design che abbina al lusso britannico un tocco irriverente e metropolitano, in un risultato lontano dal tradizionale formalismo degli hotel di campagna inglesi.
Il tocco di Dorothée Meilichzon

Le 36 camere e suite, dislocate tra la casa principale e gli annessi, sono un tripudio di estetica massimalista. Dorothée Meilichzon ha creato un linguaggio in cui il formale si fonde armoniosamente con il fantastico. Letti a baldacchino impreziositi da acero sfumato dominano le stanze, affiancati a rattan, colori vivaci e lacca lucida. L’omaggio a Lewis Carroll torna ovunque in modo sottile, per esempio con piccole porte nascoste o pattern a scacchiera sui tappeti che invitano gli ospiti a scendere nella tana del Bianconiglio.
Il padiglione di nuova costruzione

Il duo creativo De Matos Ryan + Meilichzon ha curato anche la più recente aggiunta al complesso, un padiglione che contiene cinque nuove ampie camere. La struttura sorge sul sito di un’antica Grand Ballroom del 1900, la cui demolizione in epoca Art Déco aveva lasciato spazio a una terrazza con piscina esterna.
Il padiglione è interpretato come un volume secondario indipendente. Le sue aperture ad arco e le campate in pietra smerlata sono una reinterpretazione contemporanea e rispettosa della facciata ad arco in stile italiano originale di R. A. Briggs. Il risultato è un elemento di raccordo che, pur avendo una chiara identità moderna, si adatta perfettamente al contesto. Tramite il padiglione è possibile accedere ai giardini, mentre una terrazza al primo piano offre agli ospiti una piacevole vista sul paesaggio intorno.
I giardini, la seconda meraviglia

Il paese delle meraviglie non è solo dentro al Cowley Manor, ma anche fuori. Bellissimi, infatti, i giardini originali del XIX secolo, rinfrescati da sette sorgenti naturali e arricchiti da una generosa biodiversità, fra ginkgo biloba, sequoie e fauna locale (non vi stupite se incontrate degli alpaca).
Territorio e sperimentazione

Guidato dallo Chef Patron Jackson Boxer, il ristorante offre un menu radicato nei prodotti locali del Gloucestershire, con un tocco gallico, in un ambiente ridisegnato per essere un punto di incontro sia per gli ospiti che per la comunità. L’Experimental Cocktail Club Cotswolds Bar offre una carta che affianca vini inglesi e francesi a signature cocktail del Gruppo.
La C-Side Spa

Ospitata in un edificio postmoderno ricavato nel terreno, la Spa è un’oasi di benessere con piscine riscaldate (una interna in ardesia Cotswold e una esterna). In una posizione un po’ in disparte per godere di maggiore discrezione, la struttura si integra armoniosamente con la natura circostante.
Un hotel eco-consapevole
La sostenibilità ha avuto larga parte nell’approccio progettuale. La scelta dei materiali è stata guidata dalla ferma volontà di minimizzare il più possibile l’impatto ambientale. Per il rivestimento esterno è stata utilizzata la pietra delle Cotswolds, estratta localmente a soli tre miglia di distanza. Questo materiale a basso consumo energetico, auto-finito e autoportante, è stato modellato con l’ausilio di macchinari moderni.

All’interno, invece, l’uso di multistrao di acero rinforzato con Garnica e un trattamento intumescente colorato (scelto come sistema di protezione passiva dal fuoco) conferiscono alla struttura interna in legno una delicata finitura bianco sporco.
Il telaio interno è realizzato in abete Douglas coltivato nel Regno Unito e proveniente da fonti sostenibili. De Matos Ryan ha utilizzato tecniche di carpenteria tradizionali in chiave moderna, con giunzioni semplici e tagli eleganti, per un approccio costruttivo che ne rivela esplicitamente la struttura.

Riguardo all’efficienza energetica, sono state installate pompe di calore ad aria per il riscaldamento e l’acqua calda, assicurati elevati livelli di isolamento e tenuta all’aria superiori ai requisiti normativi edilizi ed è stata messa a punto una strategia di ventilazione naturale tramite finestre a lucernario. Infine, il tetto piano piantumato con Sedum, un tipo di pianta grassa, aggiunge un mattoncino alla manutenzione della biodiversità locale offrendo un micro-habitat per insetti (come api e farfalle) e piccoli animali.