Affermati debuttanti: i grandi Maestri del design editati per la prima volta. Il dialogo tra passato e presente

Autore:
Ali Filippini
  • Giornalista
Tempo di lettura: 7 minuti

Riscoprire l’attualità di conclamati autori per far circolare idee più che attuali ed efficaci. Eppure, son maestri ma editati per la prima volta!

 

Affermati debuttanti: i grandi Maestri del design editati per la prima volta.  Il dialogo tra passato e presente
Amini, collezione Munari

I più critici penseranno a una facile scappatoia, una forma di disimpegno dall’investire in nuove idee e soprattutto fare scouting di talenti. Ma, oltre che una celebrazione dell’heritage aziendale, riguardare gli archivi, collaborando con le Fondazioni, conferma come, anche a distanza di decenni, rimanga intatta e attuale la valenza di un buon progetto. Sorprendendoci e rimanendo incomprensibili le ragioni per cui alcune proposte opera dei grandi Maestri, non siano mai stati editate. Ecco alcuni esempi recenti

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Amini Showroom_Viaggio nella Fantasia, Bruno Munari_©valentinasommariva

I tappeti dalle opere di Bruno Munari

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Amini_Viaggio nella Fantasia_Twenty-one Dots by Bruno Munari

L’estro di Bruno Munari, enfant terrible del design italiano, rivive nella collezione di tappeti di Amini (per il catalogo Design Icons) visti all’ultima Design Week nell’allestimento Un viaggio nella Fantasia curato dal designer David Dolcini. Dal 2014, l’azienda porta avanti un dialogo con Archivi e Fondazioni di illustri maestri del Novecento, e stavolta è toccato a Munari attraverso il suo libro Viaggio nella Fantasia e le opere d’arte cinetica Macchine Inutili.

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Amini_Viaggio nella Fantasia, Skyscrapers and the Moon by Bruno Munari

I temi e le ispirazioni alla base dei due progetti rivivono nei tappeti realizzati con lana tibetana annodata a mano. A partire dai disegni del libro pubblicato da Corraini nel 1992, un primo tappeto è caratterizzato esclusivamente da 21 punti come nella copertina del libro, mentre le altre due varianti presentano i punti alla base abbinati a un disegno spontaneo.

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Amini, Macchine Inutili_Pink by Bruno Munari

Le Macchine Inutili, le note sculture in movimento di Munari create con semplici e sottili lastre di alluminio serigrafato, sono riprodotte come fotogrammi sui tappeti, declinati in giallo, rosa, grigio, rosso e blu in omaggio all’universo visivo del Maestro.

L’icona dal nome di donna di Hans Hollein

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Hans Hollein, Mitzi, Centro Studi Poltronova

Fabbricato in Italia dal 1984, quando lo stile Postmoderno iniziava a dilagare e segnare un’epoca, il divano Mitzi del grande architetto austriaco Hans Hollein vive un nuovo capitolo della sua storia attraverso la collezione Centro Studi Poltronova che lo presenta per la prima volta nella sua forma originale. “Alcuni oggetti durano nel tempo e vengono prodotti in gran numero, altri no”, chiosava Hollein a proposito del suo disegnare mobili. E l’osservazione calza a pennello per questo iconico divano dall’impronta storicistica, dove l’utilizzo della particolare tipologia di curva, non in puro sesto, rievoca l’immaginario visivo viennese da cui deriva.

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Si tratta certamente di un pezzo speciale, frutto di una sapiente esecuzione artigianale dove, per esempio, la foglia di radica che riveste la struttura in legno, oltre a contraddistinguerne l’appartenenza al decennio Ottanta, è elemento prezioso la cui lavorazione denota grande manualità. Scolpite a mano anche le schiume interne e il pregiato panno di lana che riveste i cuscini e persino i bottoni, come in un abito sartoriale.

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L’essenzialità di Achille Castiglioni

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Un design essenziale e intuitivo che sorprende, come sempre in Castiglioni, per la felicità dell’idea e la sintesi progettuale. Mamoli, azienda storica nel settore rubinetteria, insieme alla Fondazione Castiglioni e a partire dai disegni, dagli schizzi e dalle maquette originali del maestro risalenti agli anni ‘80, ha da poco sviluppato per la serie Maestri la collezione Castiglioni con estrema attenzione e rispetto per la visione creativa del grande designer milanese.

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Il rubinetto, fiore all’occhiello della serie, si distingue per la base cilindrica, essenziale, da cui emergono con armonia il cilindro della bocca e i due cilindri delle leve caratterizzati da una linguetta — così la definiva il designer — che diventa il fil rouge della collezione. Le due leve, rosso e blu, aggiungono un tocco cromatico facilitando l’immediata comprensione della funzione. La sua particolarità risiede inoltre nella capacità di racchiudere, in una configurazione monoforo, il principio di un rubinetto a tre fori. Altrettanto interessante la placca doccia.

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Il senso della luce per Tobia Scarpa

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Flos, Biagio Onice

Un’edizione limitata e una riedizione celebrano il magistero d’autore dell’architetto e designer veneziano (classe 1935) che fin dalla fondazione dell’azienda Flos nei Sessanta ne è stato una colonna portante con una trentina di prodotti disegnati.

Ecco, dunque, una limited edition (150 pezzi numerati) della lampada-scultura in marmo di Carrara Biagio del 1968, realizzata in onice con la stessa tecnica e nella medesima fabbrica dove viene prodotta la versione classica. Rimangono intatte le caratteristiche ma la pietra, dal colore simile all’ambra, conferisce una luce calda che ci invita a guardarla con occhi nuovi.

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Courtesy Studio Tobia Scarpa

Per Seki-Han si tratta invece di una lampada del 1963, rimasta a catalogo solo fino al 1966: una piantana in legno, rara e poco conosciuta, nata da una tecnologia di fabbricazione che mutuava le tecniche di lavorazione dall’architettura navale.

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Una coppia di pale verticali in legno racchiude una fonte luminosa tubolare, nella nuova versione anche da sospensione, ancorate a un sistema di fissaggio così da ruotare variando l’emissione, diversamente da come accadeva in origine. All’essenza di abete Douglas scelta inizialmente per necessità che le due lamelle restassero perfettamente dritte, ora si sostituisce quella di frassino, tagliato in Italia con una tecnica avanzata di fresatura CNC e sottoposto a uno speciale trattamento termico per evitare deformazioni.

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I virtuosismi di Enzo Mari per un brand storico

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Gebrunder Thonet Vienna, Boomerang by Enzo Mari, ph Carlo Mossetti

Torna discretamente sulla scena ma con la forza di un oggetto dal segno deciso, dopo la presentazione in occasione del Salone del Mobile di Milano 2025, la scrivania Boomerang disegnata nel 2001 da Enzo Mari per la storica azienda austriaca Gebrüder Thonet Vienna. Non passa inosservata, infatti, grazie alla sua struttura caratterizzata da una trave in lamellare di faggio curvata, ispirata alle cosiddette travi boomerang utilizzate in ambito architettonico, e il disegno delle gambe robuste, ma slanciate, in faggio massello. Il piano in vetro segue la forma curvilinea senza altro concedere come è nello stile di Mari, che nel suo modo di progettare ha sempre privilegiato forme pure e una costruzione razionale capace di rendere ogni elemento leggibile nella sua funzione.

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Gebrunder Thonet Vienna, Boomerang by Enzo Mari,ph Carlo Mossetti_

Affermati debuttanti: i grandi Maestri del design editati per la prima volta. Il dialogo tra passato e presente: foto e immagini