Nel deserto il giardino botanico più grande al mondo
Il gruppo italiano Paghera realizzerà il più grande giardino botanico del mondo nel bel mezzo del deserto del Riyadh: il King Abdullah International Gardens
Il suo nome è King Abdullah International Gardens ed è il più grande giardino botanico al mondo mai realizzato.
Il giardino è stato costruito nel deserto più arido della terra, il Riyadh, in Arabia Saudita, ed è stato realizzato con l’intento di raccontare la storia del nostro pianeta.
Opera dell’azienda italiana Paghera, Il parco ha una superficie di più di due milioni e duecentomila metri quadrati, in cui poter ammirare le specie botaniche provenienti da tutto il mondo, compresi gli esemplari ormai estinti e quelli sopravvissuti all’evoluzione e ai cambiamenti climatici.
Il giardino botanico è un dono che la città di Riyadh intende fare al Re Abdullah, e al contempo, un’importante occasione per imparare a comprendere le origini e le conseguenze del cambiamento climatico, delle trasformazioni degli ecosistemi nel mondo, nonché quali scelte ci aspettino in futuro e quali potrebbero essere gli strumenti a nostra disposizione al fine di uno sviluppo sostenibile.
Progetto: giardino botanico King Abdullah International Gardens
Il cuore del giardino sarà costituito da due mezzelune che si intersecheranno tra loro in cui verranno creati diversi ecosistemi preistorici.
Il progetto è stato rivisto dal gruppo italiano Paghera che è intervenuto soprattutto a livello paesaggistico, ammorbidendo le linee e i contorni regolari del piano.
Paghera ha voluto andare oltre le regole predefinite di disposizione delle piante, comprendendo quanto sia importante tornare all’origine, restituire al luogo la sua naturalità, adattare il progetto all’ambiente circostante per creare l’oasi più grande di sempre.
Quattromila saranno i parcheggi previsti, e sulla duna, alta cinquanta metri, sorgerà un albergo extra-lusso che richiamerà nei modi i castelli del deserto, le dimore aristocratiche risalenti all’epoca dei califfi.
Sulle terrazze dell’albergo sorgeranno ristoranti, organizzati sotto caratteristiche tende arabe con vista mozzafiato sulle mezzelune e sul magnifico parco botanico.
Tutt’intorno alla duna prenderanno vita splendidi prati fioriti, coltivati con essenze floreali provenienti dai deserti più aspri del pianeta.
Il parco potrebbe essere ammirato anche all’alto: attraverso un sistema di cabinovie appositamente refrigerate. Il giro completo sarà in tutto sei chilometri con relativi punti di osservazione.
Al centro delle mezzelune sorgerà un grande anfiteatro verde per accoglie il giardino del Wadi, il letto di un antico torrente, un solco profondo nel terreno dove un tempo scorreva l’acqua.
Il fiume verrà fatto rivivere grazie all’impiego di piogge artificiali e al riutilizzo dell’acqua piovana e di falda.
Lungo il suo corso verrà ricreato un sistema di oasi, un cammino immerso nel verde, tra piccoli laghi, cascate e vegetazione lussureggiante, sarà come essere in un vero e proprio un paradiso terrestre.
Tutto il giardino, attraversato da sentieri in terra battuta, sarà percorribile a piedi o con mezzi elettrici.
L’oasi sarà uno stupefacente laboratorio biologico, un’ecosistema con cinque gradi centigradi in meno rispetto all’ambiente circostante, che creerà ombra, ed all’ombra vi cresceranno piante e fiori.
Umidità, ombra e vegetazione sono i tre elementi fondamentali che interagendo con altri organismi creano una nicchia ecologica, un microcosmo in grado di rigenerarsi continuamente.
Il mantenimento dell’oasi sarà il risultato di tecniche sapienti, tradizioni tramandate oralmente, frutto dell’armonioso utilizzo delle risorse.
Un sistema ecologico perfettamente organizzato dove la mano dell’uomo sarà indispensabile.
Nello sterminato giardino, insieme alle due strutture principali, vi troveranno luogo numerosi padiglioni destinati a raccogliere e mostrare la flora proveniente da ogni parte del pianeta, mentre poco lontano, 150.000 metri quadrati di serre permetteranno di coltivare piante native.
Sarà presente anche una voliera di 6450 metri quadrati, che consentirà lo studio e l’osservazione di numerose specie di volatili esotici all’interno di un ambiente che ricrea e ritrova la foresta pluviale.
Non mancherà il giardino delle farfalle, quasi cinquemila metri quadrati divisi in due diversi ambienti: uno esotico con piante tropicali mantenute a una temperatura costante tra i 21 e i 29 gradi centigradi; l’altro con farfalle native tra alberi e arbusti autoctoni, dove anche la più piccola azione dovrà essere attentamente calibrata.
E ancora sarà presente un padiglione destinato a tutte le piante utilizzate nel mondo a fini medicinali.
Il giardino d’acqua dove l’acqua viene studiata in tutte le sue forme, dal ghiaccio, alla neve fino al vapore.
Infine il giardino labirinto con al centro una grande fontana sferica. Poco lontano la banca del seme raccoglierà esemplari botanici provenienti da tutto il mondo.
Si tratta di un progetto, questo, senza eguali, concepito secondo le più moderne tecnologie, pronto a diventare un importante polo di attrazione scientifica e turistica, una sorta parco dei divertimenti green ed eco sostenibile, dove i visitatori avranno la possibilità conoscere la natura del pianeta e i metodi per preservare e salvaguardare l’ambiente, il territorio e quindi le generazioni future.