A Milano, la rilettura di un appartamento in Brera costruisce un viaggio nel tempo ricco di stile ed eleganza
Situata in un palazzo di inizio secolo scorso, l’abitazione di 350 mq sorprende per l’eclettismo stilistico e i tantissimi riferimenti a un design colto italiano e internazionale.

Carlo Donati Studio ha una consolidata esperienza nella progettazione di abitazioni esclusive, negozi e resorts in Italia e nel mondo. Si distingue per un approccio che si lascia contaminare da suggestioni cromatiche e grafiche ispirate dal contesto specifico. Inoltre, conduce una continua ricerca per nuovi materiali e nuove tecniche costruttive con la volontà di realizzare progetti fortemente caratterizzati.
Non fa eccezione Time Capsule, progetto residenziale curato per una famiglia di imprenditori con una spiccata passione per l’arte. Situato in un palazzo dei primi del Novecento in Brera, cuore pulsante del centro storico di Milano, l’appartamento originario di 350 mq è stato trasformato in una residenza di grande eleganza dove ogni elemento – dai mobili fissi alle finiture superficiali – è disegnato su misura per la casa.

La ristrutturazione è stata un’accurata risposta all’esigenza della committenza di ripensare integralmente il layout dell’abitazione e trovare lo scenario più adeguato a esporre una vasta collezione privata di opere di Street Art e arte moderna.
Oltre il cliché post industriale

La sfida progettuale è stata quella di formulare un’estetica totalmente inaspettata. Lo studio ha volutamente evitato di cadere nel cliché del loft post industriale, optando piuttosto per un eclettismo sofisticato e colto, dove a regnare sono i contrasti cromatici, materici e di stile. Questa scelta aiuta le opere d’arte pop e contemporanea a entrare in naturale sinergia con un universo ricco di riferimenti alla storia dell’architettura.
Si va dalla Milano anni Trenta, con rimandi a figure come Piero Portaluppi, la cui influenza si riconosce nel disegno rigoroso e geometrico del pavimento in marmo dell’ingresso, per proseguire con la poetica razionalista e funzionale degli anni Cinquanta, con richiami a Jean Prouvé nell’uso essenziale e tecnico di arredi in ferro e negli oblò integrati nelle pareti rivestite in legno. Infine, ecco gli echi della Space Age tra gli anni Sessanta e Settanta, evocati dalle linee sinuose e scultoree che rimandano a maestri come Joe Colombo ed Eero Saarinen. L’accostamento di elementi così eterogenei ha generato una tensione visiva che valorizza sia l’architettura interna sia la collezione d’arte.
Un layout tutto nuovo

Il progetto di ristrutturazione si è basato su un intervento strutturale profondo: la pianta originale è stata completamente rivista attraverso demolizioni, consolidamento dei solai e un rifacimento totale degli impianti. Il nuovo layout di 350 mq è stato organizzato per massimizzare la fluidità degli ambienti e la connessione con l’esterno.

La zona giorno si articola in uno spazioso living open space, una zona bar e ampie vetrate che si aprono su profonde terrazze-giardino. La zona notte è composta da due camere da letto, bagni privati e un complesso sistema di cabine armadio.
Architettura nell’architettura

Il punto focale della nuova organizzazione è la cucina a isola, l’elemento che, per la sua forte identità formale, ha dato il nome al progetto: la “Time Capsule”. Progettata come una “piccola architettura nell’architettura” (così la definiscono gli architetti dello studio), si presenta come una capsula curva rivestita in poliestere lucido verde, punteggiata da oblò.

Questa struttura monolitica è prima di tutto funzionale, ma agisce anche da snodo spaziale che rompe in modo scenografico lo schema rigidamente ortogonale dell’abitazione preesistente. Con la sua forma organica e il colore vivido diventa protagonista e metafora del viaggio attraverso le epoche che la casa propone.
Opulenza materica

A rendere il progetto importante non sono solo i riferimenti colti, ma anche la ricerca accuratissima dei materiali opulenti che caratterizzano gli ambienti, annunciati fin dall’ingresso. Un raffinato mosaico in quadricromia, disegnato appositamente, abbina la ricchezza cromatica del Verde Borgogna, del Rosa Perlino e del Sahara Noir alla sobrietà luminosa del Travertino chiaro. Questi marmi preziosi, incorniciati da pareti rivestite in legno noce cannettato, respirano negli ampi spazi dell’appartamento.

Similmente, l’uso dei metalli racconta la passione per la maestria artigianale: rame e ferro cerato sono impiegati per la realizzazione di telai essenziali e dettagli strutturali, richiamando la sofisticata funzionalità tipica di maestri del design come Albini o il gruppo BBPR. All’ingresso, una cornice in ferro è stata realizzata per accogliere un’opera monumentale dell’artista Stik. Le due librerie in ferro e rame non sono da meno, con dettagli tecnici ricercati come la scala a gradini ovali in rame e il pannello TV scorrevole in rame nel soggiorno.

Grande attenzione è stata riservata agli abbinamenti di texture. Il poliestere lucido verde della capsula e delle armadiature crea giochi di luce e riflessi che si scontrano e si fondono con il legno, il ferro e i marmi. Nella zona bar, il plexiglass trasparente sagomato e retroilluminato gioca con le trasparenze. La cabina armadio, anch’essa rivestita in poliestere verde, è concepita come un dedalo di forme arrotondate abbinate a specchi fumé che moltiplicano lo spazio. Infine, le sale da bagno mantengono il focus materico: il bagno padronale ripropone l’eleganza del Marmo Rosa Perlino e Verde Borgogna, mentre il secondo abbina la pulizia del Corian con accenti in rame.
Citazioni cult integrate con naturalezza

Il grande design affianca l’arte non solo con suggestioni stilistiche ed echi di epoche differenti, ma anche con pezzi culto che integrano l’interior realizzato su misura. Per esempio, nella zona pranzo trova la sua collocazione il tavolo Tulip disegnato da Eero Sarineen nel 1957 (Knoll) abbinato alle poltroncine Little Tulip firmate da Pierre Paulin nel 1965 per Artifort. La lampada Arco di Pier Giacomo e Achille Castiglioni per Flos (1965) si protende a illuminare il tavolo, affiancata dalla poltroncina Sunset di Christophe Pillet per Cappellini (1997) in un bel verde squillante.

Proseguendo nel living, i divani sono i comodi Gogan di Patricia Urquiola per Moroso (2019), mentre nella zona studio, a fianco alla libreria su misura, l’immortale Chaise Lounge LC4 disegnata da Le Corbusier nel 1928 (Cassina) offre una seduta d’eccezione per le letture ristoratrici. L’elenco sarebbe ancora molto lungo, questi infatti sono solo alcuni dei numerosi elementi che impreziosiscono con colta eleganza i diversi ambienti.