Uno chalet da re per una vacanza montana in Slovenia
Dove la storia incontra il design alpino contemporaneo. Lo studio Ofis Architects ha ristrutturato Vila Muhr, ex residenza reale in Slovenia che oggi riapre le porte come hotel esclusivo.

La storia dello chalet alpino Vila Muhr è affascinante. Nel 1902 l’architetto austriaco Franz Ritte Von Neumann ricevette l’incarico di progettare una villa per Adolf Muhr, imprenditore tedesco che decise di realizzare qui, ai margini della foresta sopra il lago di Bohinj, in Slovenia, il suo sogno: un rifugio di caccia.
Poco dopo la sua costruzione la villa assunse un ruolo completamente nuovo. Nel 1922 divenne la residenza di caccia del re Aleksandar Karadordevic. Nel 1926, il re Alessandro donò la villa al principe Pavlo e alla principessa Olga, segnando l’inizio della sua storia reale. In quegli anni Vila Muhr ospitò molti eventi e incontri importanti dell’aristocrazia europea. Sul suo territorio hanno camminato i reali jugoslavi, rumeni e inglesi, tra cui il principe Giorgio d’Inghilterra e il duca di Kent. Nel 1934, proprio il fidanzamento tra il duca e la Principessa Marina di Grecia e Danimarca, che avvenne qui, contribuì ad attirare l’attenzione dell’élite dell’epoca su questo luogo.

Nel tempo, l’edificio cambiò diverse destinazioni d’uso, passando da residenza reale, a ospedale e infine a dépendance di un hotel. Nel 2014, l’edificio era caduto in un tale stato di degrado che crollò. Ne rimasero solo le fondamenta. Nel 2019, Damian Merlak, milionario nonché fondatore dell’exchange di criptovalute Bitstamp, decise di avviare la ristrutturazione dell’Hotel Bohinj, situato sulla sponda orientale del lago omonimo, che venne completata nel 2022. L’hotel a quattro stelle, che dispone di 69 camere, è stato successivamente ampliato con il recupero di Vila Muhr, seguito dallo studio OFIS Architects, che quest’anno ha riaperto le porte come chalet alpino di lusso.
Il passato incastonato nel presente

Lo studio OFIS Architects, fondato a Lubiana nel 1996 da Rok Oman e Špela Videcnik, si avvale di un team internazionale e ha base anche a Parigi. La ricerca che conduce spazia dall’architettura residenziale a quella sportiva, culturale e religiosa, con focus sul contesto e sull’uso di materiali. I loro progetti hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui varie candidature per il Mies van der Rohe Award. In particolare, nel caso della ricostruzione di Vila Muhr, ha condotto una rilettura attenta ai materiali, all’artigianato e alla coerenza ecologica.
L’intento non è stato solo quello di portare a nuova vita un edificio storico. Rispettando lo spirito della villa originale il nuovo restyling ha proceduto con l’obiettivo di definire un modello contemporaneo profondamente rispettoso dell’eredità del luogo e della struttura. Il volume ricostruito, infatti, ha mantenuto le proporzioni e l’organizzazione distributiva dell’edificio precedente, oltre a integrare nella facciata del piano terra la pietra recuperata dalle rovine.
Legno e pietra, in continuità con l’eredità del luogo

L’utilizzo di materiali sostenibili e di provenienza locale è stato uno dei temi guida del progetto. Se al piano terra sono state impiegate le pietre di recupero, per il rivestimento dei piani superiori è stato scelto legno sloveno, trattato con le tecniche tradizionali di carbonizzazione per garantirne la durevolezza senza l’uso di sostanze chimiche. Analogamente, i balconi in legno originali che caratterizzano la facciata sono stati rinnovati impiegando tecniche a metà fra artigianato tradizionale e metodologie moderne di costruzione. La palette colori rafforza il messaggio prendendo a prestito i colori della natura circostante durante l’inverno: grigio, bianco, tortora, nero.
Un’accoglienza calda ed elegante

Il piano terra della villa è dedicato all’accoglienza, con un bel bancone di pietra e legno alla reception e un ristorante con interni dove il legno torna, rigorosamente di recupero, rivestendo pavimenti e soffitti. Un grande camino scalda l’ambiente mentre pezzi di artigianato di ispirazione locale arricchiscono l’interior dallo stile alpino: pellicce disposte sulle sedute, pelli animali come tappeti, poltroncine rivestite in velluto.

L’accesso ai livelli superiori avviene attraverso una scala in legno vivacizzata da un rivestimento in morbido tessuto dai motivi tradizionali che si dipana anche nei corridoi.
Al primo piano una sala conferenze offre uno spazio dinamico per riunioni (perché sì, fra l’altro, è possibile affittare l’intera villa a uso privato per eventi o matrimoni).

Il ristorante à la carte, guidato dallo chef Davor Arnautovic, rispetta lo spirito del nuovo chalet con una cucina innovativa che combina ingredienti locali e influenze internazionali.
Solo quattro stanze, per un confort curatissimo

Proseguendo al piano superiore, si raggiungono le quattro suite esclusive, ciascuna progettata con un layout differente, ma tutte accomunate dalla presenza di caminetto, da una piccola zona pranzo e da un’area benessere privata. Quella intitolata alla Principessa Marina di Grecia e Danimarca è la più grande, praticamente un mini appartamento dotato di bagno con vasca idromassaggio e angolo cottura.

Ampie aperture e balconi creano un collegamento visivo e spaziale diretto con il paesaggio circostante, sempre presente grazie alle viste spettacolari che i vari scorci offrono agli ospiti.
Per mantenere vive le tradizioni

Il tunnel sotterraneo che un tempo collegava la villa originale all’hotel Bohinj è stato riqualificato come spazio espositivo. Qui è stato allestito un percorso immersivo che racconta la storia di Vila Muhr e la sua importanza nella regione di Bohinj. Elementi come i lampadari artigianali realizzati con legno danneggiato dalle intemperie e i motivi traforati ispirati alle decorazioni dei fienili locali ribadiscono la forte identità culturale del sito.