La nuova vita degli scarti
Il design che anticipa il futuro rigenera plastica, tessuti e residui industriali per parlarci di sostenibilità, creatività e inedite estetiche contemporanee. Tracciando la nuova frontiera del bello etico e dimostrando come da ogni frammento può nascere una seconda vita.

Nel panorama attuale del design contemporaneo, la sfida non è più solo ridurre gli sprechi, ma trasformarli in opportunità creative. Lo sanno bene le aziende più visionarie, che hanno capito quanto gli scarti industriali — plastica, indumenti invenduti, scampoli di tessuti, avanzi di laminati, residui metallici — possano diventare materia preziosa e innovativa per creare progetti e prodotti “a misura dell’ambiente”. Grazie a bioresine, polimeri e materiali compositi, infatti, ciò che sembrava rifiuto si rigenera, dando vita ad un percorso virtuoso che abbraccia economia circolare, design etico e una nuova estetica contemporanea. A testimoniare, con pezzi unici e prodotti all’avanguardia, un importante cambio di passo e un gesto concreto nella cura del Pianeta.
Piastrelle hitech

Il vetro, si sa, è un materiale nobile e riciclabile da sempre. Ma quello su cui punta Forite, nato dalla ricerca condivisa di Studio Plastique, Snøhetta e Fornace Brioni, ha decisamente una marcia in più perché sfrutta una tipologia ben precisa: i vetri dei forni a microonde. In questa collezione di piastrelle architettoniche che richiamano vagamente lo stile terrazzo, la variabilità estetica del materiale riciclato diventa così il tratto distintivo. Ma quello che colpisce è il coraggio di valorizzare l’“imperfezione” compositiva del vetro da e-waste, anziché mascherarla: ogni lastra, infatti, racconta storie di produzione e disuso e le traduce in superfici opache e trasparenti per pareti, divisori e rivestimenti di carattere.
Lo stile virtuoso del grigio

Se è vero che il nero rappresenta l’eleganza tout court, il colore che racconta il futuro del design è il Recycled Grey di Pedrali, un grigio opaco che, nonostante le apparenze, ha una personalità “brillante” e virtuosa. Perché è nato nel 2020 da una miscela di polipropilene riciclato, autentico nel suo essere composto metà da scarti post consumo (cioè derivati da prodotti utilizzati in precedenza) e metà da residui industriali. Riciclabile, ecocompatibile, dal 2022 questa progettualità ha ottenuto la certificazione ReMade in Italy®, garanzia di tracciabilità e sostenibilità lungo l’intera filiera. Insomma una tinta concreta, che non veste solo forme, ma dà voce a una responsabilità condivisa.
La forza del vetro

Avete presente le classiche campane di vetro dove si buttano bottiglie e barattoli vuoti? Ebbene, Kaldewei ha deciso di partire proprio da quel vetro per segnare un nuovo passo nell’evoluzione dei piatti doccia. Il nuovo materiale dall’anima green si chiama SolidLite™ e nasce da una lastra d’acciaio stampata, riempita nella parte posteriore con water glass, ovvero un composto derivato dal vetro riciclato delle campane stradali. Fino al 30% più leggero rispetto ai compositi tradizionali, questo materiale oltre ad essere sostenibile e riciclabile al 100%, riduce il rischio di rotture, semplifica trasporto e installazione e assicura la massima stabilità anche in situazioni complesse. Senza mai scendere a compromessi sul design minimale e pulito, tipico del brand.
Difetti di pregio

Ribaltare gli stereotipi, partendo da un oggetto difettoso. Ecco quello che fanno, duo creativo con base a Hong Kong, che reinterpreta la tradizione della porcellana cinese in chiave contemporanea. Il loro lavoro parte da Jingdezhen, capitale mondiale della porcellana, dove i designer hanno recuperato stampi difettosi abbandonati nelle fabbriche. Ogni stampo dà vita a un numero limitato di oggetti, che nascono con forme, crepe e deformazioni irripetibili.
Non cerchiamo la perfezione, raccontano ci interessa ciò che emerge quando un materiale prende una strada imprevista.
Come la collezione Fragment(s), the Bottle Edition, in cui l’errore diventa segno identitario, in equilibrio tra serialità e unicità.
Lavoriamo con ciò che è rimasto indietro, perché crediamo che ogni frammento abbia ancora qualcosa da dire.
Che siano due, venti o cinquanta, i pezzi che vengono realizzati prima che lo stampo si rompa sono il risultato di una poetica materica: lo scarto riacquista dignità e apre nuovi scenari di design contemporaneo.
Il filo green

C’è un filo verde che intreccia innovazione e responsabilità: si chiama Raytent ed è la fibra acrilica riciclata sviluppata da Giovanardi a partire dagli scarti delle tende da sole. Attraverso un processo di up-cycling, i residui vengono recuperati e trasformati in un filato che contiene oltre il 50% di fibra riciclata, riducendo consumi idrici, uso di chimica ed emissioni di CO?. Il risultato è un tessuto versatile, adatto a mondi diversi — dall’interior design all’outdoor, fino all’architettura tessile — e certificato ReMade in Italy®, LCA ed EPD, garanzie che assicurano tracciabilità e sostenibilità.
Costruire la cultura della circolarità

L’idea è nata dal Consorzio Europeo YouRban, coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Milano: un impianto mobile itinerante dedicato alla rigenerazione dei materiali plastici rinforzati. Lo scopo? Diffondere consapevolezza riguardo all’economia circolare. Un progetto che trasforma gli scarti industriali in opportunità creative aperte a tutti. Non è solo tecnologia: è un invito a ripensare il rapporto tra materiali, creatività e futuro del pianeta. Il progetto si può toccare con mano fino al 5 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, durante il festival multidisciplinare organizzato per cittadini, scuole, designer e PMI. L’occasione perfetta per sperimentare in prima persona tecniche di recupero e co-creazione attraverso laboratori, workshop, giochi, performance musicali e teatrali.
La nuova vita degli scarti: foto e immagini