A Capri e a Venezia, due ristoranti da scoprire. Nel segno dell’autenticità, dell’eleganza e di un nuovo modo di intendere la decorazione
Santina Capri e ABC Zattere. Due progetti di interior – che portano la firma di noti studi internazionali di design e di architettura – reinterpretano la tradizione con uno sguardo contemporaneo grazie all’attento uso di materiali ricercati, di arredi selezionati e di scelte capaci di evocare il passato valorizzato da una nuova sensibilità.

Con l’arrivo dell’estate cresce il desiderio di viaggiare, esplorare nuovi luoghi e, soprattutto, di vivere esperienze gastronomiche uniche. In tutta Italia non mancano nuove insegne pronte a sorprendere e tra queste Capri e Venezia rimangono “place to see”, simboli del turismo internazionale. Ci offrono oggi due destinazioni da scoprire non solo per la cucina, ma anche per il design ricercato e piuttosto inusuale rispetto al contesto. Sono spazi pensati per accogliere, stupire e raccontare una storia attraverso ogni piccolo dettaglio.
Santina Capri, la ricerca del genius loci
A Capri, tra i profumi della macchia mediterranea e le viste mozzafiato sul mare, lo storico ristorante D’Amore – fondato da Ernesto D’Amore, un tempo noto come Il Sollievo e divenuto nel tempo una tappa imperdibile per gli amanti della buona tavola – si è rinnovato sotto la guida della famiglia Santina prendendo il nome di Santina Capri. Il progetto nasce in collaborazione con il team del rinomato ristorante La Conca del Sogno, storico punto di riferimento gastronomico a Nerano. Il nuovo ristorante fonde la ricca tradizione culturale dell’isola con un approccio culinario fresco e intimo: ogni piatto del Santina riflette un profondo legame con i sapori locali, gli ingredienti di stagione e le tradizioni che hanno plasmato la cucina costiera italiana.

Gli interni, dallo stile sobrio e ricercato, portano la firma della designer Marialaura Irvine, il cui legame con la Campania – dove è nata – si riflette nella cura per i dettagli e nella scelta di materiali capaci di evocare emozioni e atmosfere. Perchè è proprio il genius loci a guidare la progettazione del ristorante.

Gli arredi sono netti, i colori chiari, gli elementi di arredo eleganti nella loro essenzialità, scelti con la cura con cui si compone un’elegante scenografia, pensati per lasciare il passo ai piatti, veri protagonisti del luogo. Il design si avvale di materie vive come la terracotta e l’argilla, i colori della natura e le superfici grezze. Protagonista indiscusso è il pavimento Futuristic — “il futuro del cotto” — realizzato dall’azienda emiliana Fango Rosa, un rivestimento in terracotta fatto a mano che nel processo produttivo inserisce nella terra ancora non cotta un elemento naturale, ovvero l’ago di pino, che brucerà durante la cottura, lasciando impresso un caratteristico marchio.
Passeggiando verso i Faraglioni, osservando i vicoli lastricati in pietra e mattoni e gli aghi di pino caduti lungo il sentiero – racconta Marialaura Irvine – ho trovato l’ispirazione per creare una superficie unica, dove gli aghi si innestano nella terracotta. Una volta in forno, evaporano, lasciando spazio allo stucco.
Il bancone del bar e il piano dello chef si integrano così con il pavimento, nascondendo una tecnologia sofisticata come i moderni sistemi di cottura e raffreddamento e i piani di lavoro altamente funzionali. Un progetto che parla di territorio, autenticità e, soprattutto, di buona cucina, nel segno del design d’autore.

Venezia, ABC Zattere, tra food e eventi culturali
A Venezia, affacciato sulla quiete luminosa delle Zattere, ha preso vita il ristorante ABC Zattere, frutto della collaborazione tra Fosbury Architecture e Scuola Piccola Zattere, uno spazio no profit dedicato alla promozione e alla divulgazione delle arti contemporanee. Il progetto si inserisce in un più ampio percorso di ridefinizione degli spazi dell’istituzione, presentato nel 2024, con l’obiettivo di coniugare tradizione e contemporaneità. Fosbury Architecture è un collettivo composto da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi che esplora nuovi modi di fare architettura. Non a caso, cuore dell’intervento è il dialogo tra una nuova estetica e i codici classici della cultura veneziana, visibile nello sviluppo degli ambienti e nella cura per ogni dettaglio. Particolare attenzione è stata riservata alla corte interna, ripensata come luogo aperto, d’incontro per eventi culturali e momenti conviviali, sorprendente per la raffinata eleganza.

A ben guardare, la selezione dei materiali e dei dettagli è un riferimento costante ai luoghi conviviali veneziani. Così, tra gli elementi distintivi spicca la boiserie ispirata ai vecchi caffé del centro, mentre la pavimentazione, che richiama i tradizionali mattoni degli spazi pubblici e realizzata in collaborazione con Fornaci Sant’Anselmo, è arricchita da scarti di vetro che evocano il seminato tipico della città. Completano lo spazio elementi significativi come la panca lineare in pietra d’Istria, recuperata dal restauro delle Galeazze dell’Arsenale – un progetto sostenuto dalla Fondazione – e una pergola ispirata al baldacchino, mobile della Scuola Grande di San Rocco, che crea una piacevole area ombreggiata durante i mesi più caldi. Non mancano anche elementi di design contemporaneo, come le sedie Mariolina di Enzo Mari per Magis, oltre a una nuova vegetazione per la corte, un’identità visiva rinnovata da Giga Design Studio.

E l’immancabile proposta gastronomica firmata dagli chef Jack Martin e Nathan Cal Danby che valorizza le eccellenze locali con piatti improntati alla semplicità e alla stagionalità, con ingredienti forniti da produttori locali. Lo spazio prevede anche una proposta bar – dalle 12 alle 24 – con piatti sia dolci che salati, mentre a pranzo propone un menu dedicato, oltre a una curata lista di vini.
