The Next 150-year Chair: il MIT pensa all’arredo del futuro

Autore:
Tiziana Morganti
  • Giornalista
Tempo di lettura: 3 minuti

Una sedia che può adattarsi nel tempo e una fabbricata con metallo liquido stampato in 3D. Questi  sono tra i progetti che gli studenti del MIT hanno ideato in collaborazione con il marchio di mobili Emeco.

Esibizione dei progetti realizzati dagli studenti del MIT con Emeco
Photo by MIT

E’ possibile che una sedia possa trasformarsi in un arredo sostenibile e, quindi, durevole nel tempo? Secondo gli studenti del MIT, ovviamente si. Questi, infatti, hanno realizzato dei concept in collaborazione con l’azienda di mobili Emeco andando proprio in questa direzione.

Il progetto, chiamato The Next 150-year Chair, è stato realizzato tramite un corso che ha guidato gli studenti attraverso un processo di progettazione con accesso esclusivo alla tecnologia di produzione dell’azienda di arredo. Il punto di partenza è stato la sedia 1006 Navy di Emeco, sviluppata nel 1944 e che, secondo l’azienda,  ha una durata di vita di 150 anni.

Oggi, pensare una sedia di 150 anni significa realizzare qualcosa che duri a lungo. Il che è un grande progetto da portare a termine. Ma la questione fondamentale riguarda se questo sarà possibile anche per il futuro.  L’obiettivo, infatti, dovrebbe essere ancora quello di fare cose che durino per sempre. Questo è sicuramente un approccio, ma potrebbero essercene altri. Ad esempio la possibilità di creare qualcosa che sia  riciclabile all’infinito o modulabile e riconfigurabile.

ha detto il professore associato del MIT Skylar Tibbits

I progetti realizzati

Sedia riciclabile realizzata da uno studente del MIT
Photo by MIT

Ognuno degli studenti ha adottato un approccio diverso per rispondere alla domanda e i risultati hanno mostrato una serie di mobili e componenti completi.

María Risueño Dominguez, ad esempio, ha sviluppato un componente per mobili basato sulla longevità. La sua ricerca sul consumo di mobili e le interviste con persone coinvolte nel settore del mobile hanno portato a un progetto chiamato La Junta. Si tratta di un giunto in fusione di alluminio con più inserti diversi sagomati per adattarsi a una varietà di componenti.

Materiali: ricerca estrema

Altri designer hanno adottato un approccio incentrato sui materiali. Una di questi è Amelia Lee, che ha presentato un prodotto realizzato con un singolo foglio di HDPE riciclato. Modellato su una sedia a dondolo, il pezzo può essere girato su un lato per funzionare come un tavolo.

Questa sedia può durare per tutta l’infanzia, dal gattonarci intorno alla possibilità di girarla e giocarci

ha detto Lee.

Zain Karsan, invece, ha seguito una visione diversa mirando a migliorare la tecnologia di stampa 3D in metallo per i telai delle sue sedie.

Questo processo è un’alternativa alle basse velocità di processo della tradizionale produzione di additivi metallici in cui il materiale fuso viene erogato ad alta velocità in un letto di mezzi granulari. Una serie di tipologie di sedie viene presentata come una prova di concept per esplorare la forma e la falegnameria.

Faith Jones, per finire, ha voluto creare un prodotto che non sacrificasse il comfort alla ricerca della sostenibilità. La sua sedia ReWoven è disegnata con un telaio in alluminio e un’imbracatura in cotone riciclato, intrecciando il tessuto attorno allo scheletro in alluminio in modo da consentire la rimozione e la sostituzione del cotone.