Un nuovo approccio corale per l’ospitalità. Un esempio imitabile su tutto il territorio

Autore:
Ali Filippini
  • Giornalista
Tempo di lettura: 12 minuti

A Rimini si inaugura un progetto di accoglienza sostenibile con le carte in regola per essere preso a modello in altre città.

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MODE HOTEL facciata (Ph © Giorgio Salvatori)

C’è visionarietà dietro al progetto di Eco Mode Mood Hotel con il quale la città di Rimini rilancia, all’insegna della sostenibilità, il settore della sua ospitalità.

Mode Hotel nasce dalla visione di Mauro Santinato, Presidente di Teamwork Hospitality, e dalla riqualificazione dell’ex Hotel Arlesiana di Rimini, nella zona di San Giuliano Mare in vicinanza del porto.

Consapevolezza. è questa la parola chiave del turismo odierno e futuro, intesa come aumento della coscienza di viaggiare sostenibile sia nella scelta di strutture che rispettino i temi di sostenibilità sia nei comportamenti diretti di acquisto delle persone verso prodotti e soluzioni di minimo impatto ambientale,

afferma Mauro Santinato.

Si può considerare il Mode come un’esemplificazione di progettualità permanente che vede coinvolti tredici studi di architettura, tra i più importanti e significativi nel settore dell’hotellerie, chiamati a dare una loro interpretazione di ospitalità sostenibile.

 

Cosa vuol dire turismo sostenibile? – si chiede Santinato – la sfida è stata rivolgere la domanda a dei professionisti come già avevo fatto precedentemente con un altro progetto (il Dome Hotel, ndr). In questo caso i numeri sono importanti: oltre agli architetti ho coinvolto dieci aziende contract, più di cento aziende per l’allestimento degli spazi, quattro ingegneri. Lavorare, divertendosi, con tutte queste persone ha permesso di migliorare anche il nostro expertise.

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MODE Hotel_Green is the New Black

Un progetto corale quindi dove però ogni camera è un’esperienza a sé stante e rappresenta la personale visione eco-sostenibile del progettista coinvolto.

Il layout complessivo prevede nove suite, un’area co-working, una hall e servizi al piano terra. Per ciascuna stanza sono state coinvolte note aziende del settore per la fornitura degli arredi, così come dei materiali.

In definitiva, Mode Hotel ripensa il modello della pensione romagnola invitando ad un processo di riqualificazione della città in un’ottica di turismo di responsabile. Un’idea di rigenerazione che potrebbe essere presa ad esempio da tante città italiane che vedono una discreta presenza di strutture alberghiere dismesse.

 

Ci sono tante pensioni “a fine vita” a Rimini – continua Santinato – e abbiamo cercato di dare un senso a queste strutture che hanno fatto grande la città. Nel caso di Mode si trattava di una struttura a conduzione familiare, un ex due stelle, dotato di tutti i modelli di comfort degli anni Sessanta in cui era nato, e che esprimeva tutta l’accoglienza romagnola che vogliamo preservare con questo nuovo progetto.

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Il progetto degli esterni e delle aree comuni

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Iniziamo dall’esterno dell’edificio, dove il team di Rizoma Architetture con il titolo Green is the new black, ha creato l’involucro al preesistente albergo performante dal punto di vista del risparmio energetico. Il tutto utilizzando piastrelle in ceramica di color verde di produzione locale, per ottenere un rivestimento camaleontico esteticamente molto diverso da quelli della Riviera romagnola. Tra le altre accortezze, l’utilizzo di vegetazione a bassa manutenzione, di pannelli fotovoltaici, e l’orientamento dell’illuminazione a LED verso il basso per evitare inquinamento luminoso. Il progetto illuminotecnico del giardino e della Garden Suite di ROBERTA STUDIO, progettata secondo i principi del biophilic design con forme organiche, materiali ecosostenibili e naturali è studiato da Chiara Tabellini di Comfort Hub,

 

Ci auguriamo possa contagiare in senso positivo anche altri imprenditori, confida il team, nel cambiare pelle agli edifici. Al di là della tecnologia usata, con budget limitato, per noi era importante dare un messaggio concreto e imitabile.

 

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MODE Hotel_Stay Cosy in una Second Life

L’ingresso al piano terra, le scale e i servizi al piano terra, all’insegna del titolo Stai cosy in una second life, sono a cura di Laura Verdi che spiega:

È un gioco di parole tra italiano e inglese che significa: trovati a proprio agio in una seconda vita, recupera e riutilizza il più possibile, non sprecare le risorse attuali

Che si traduce non solo nel riciclo e nel riutilizzo di materiali (come la plastica degli Oceani per le moquette o i corpi lampade fonoassorbenti in feltro da bottiglie in PET) ma anche usando disegni biogeometrici-floreali e inserendo piante che si nutrono dell’umidità nell’aria purificandola. Qui trova posto anche una lavanderia a disposizione degli ospiti, Mille bolle blu.

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Sempre al piano terra, le aree di co-working GEA – nel mondo delle Meraviglie progettate da HUB48 con tavoli configurabili in diversi layout, sedie di Pedrali, usate anche per gli esterni, e la presenza di pannelli realizzati in Moss, un lichene 100% naturale dell’azienda Benetti.

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Il primo piano dove domina il colore

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MODE Hotel_Suite Estate Italiana

Al primo piano ci si tuffa nel colore con la suite Estate Italiana, di OTTO studio, di Paola Navone e Gian Paolo Venier, sotto la direzione artistica di Cristina Pettenuzzo, e la suite From Rimini to Habana nata da un workshop della Scuola del Design del Politecnico di Milano (gli studenti Elisa Cattaneo, Benedetta Franci, Rolando Antonio Escobar Hidalgo, Elisa Panizza e Erika Spanu, con i docenti Cinzia Pagni, Elena Elgani, Francesco Scullica e Federico Salmaso).

La prima racconta quel modo spensierato di vivere la vacanza estiva in riviera, con un chiaro riferimento alle cartoline che venivano spedite dalle vacanze, come nell’immagine ripresa nella testata del letto.

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MODE Hotel_Suite Estate Italiana

Ci piace sempre realizzare progetti che siano ironici e gioiosi – racconta Gian Paolo Venier – così abbiamo reinterpretato lo spirito dei Cinquanta-Sessanta usando i nostri codici. Lo spazio doveva assomigliare molto a una casa quindi non abbiamo previsto nessuna chiusura tranne per il bagno. Tutto è fluido e tagliato da quinte come i tendaggi alle pareti che nascondono, ad esempio, la presenza della televisione.

I materiali sono sostenibili anche dal punto di vista della loro manutenzione, come i tessuti lavabili dei rivestimenti; abbiamo messo al centro la sostenibilità sociale, anche nella scelta dei prodotti, molti disegnati ad hoc, nel rispetto della produzione e del lavoro artigiano.

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MODE Hotel_Suite Estate Italiana

In From Rimini to Habana la riviera riminese incontra la tradizione cubana con l’ospite catturato da subito dalla carta da parati all’ingresso customizzata da Londonart su un’opera dell’artista cubano Raúl Valdes González.

Tutto ricorda l’atmosfera calda e avvolgente di Havana fusa con Rimini – un tema di “solarità esperienziale”, specificano i docenti e alcune scelte creative sono in linea con la filosofia del riutilizzo, propria della cultura cubana, all’insegna del “second hand”: come il divanetto di recupero dalla tappezzeria è stata realizzata dall’Istituto di Formazione Professionale Terragni di Meda in un’idea di sostenibilità anche sociale.

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MODE Hotel_Suite Form Rimini to Habana

Spiega Cinzia Pagni, professore al Master di Interior Design:

50 studenti hanno lavorato su nove concept durante un workshop, tra i quali si è scelto questo progetto, in cui Mauro Santinato con visionarietà ha creduto subito, poi sviluppato nei suoi vincoli tecnici compresi i temi della sostenibilità.

Il mondo dell’università non è più così lontano da quella della professione e gli studenti affrontano questo tipo di esperienze con profitto dimostrando capacità, come in questo caso, di interpretare in modo non superficiale te tendenze in atto.

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Sullo stesso piano anche la suite Onirica, progettata da Lombardini22, un omaggio pop alla città di Rimini, ispirata alle atmosfere circensi e visionarie di Fellini. Anche qui ogni dettaglio è stato studiato per minimizzare l’impatto ambientale senza rinunciare all’eleganza e alla funzionalità.

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MODE Hotel_Suite Onirica

Al secondo piano si esalta il mondo della natura

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MODE Hotel_Suite Greenside

In questo piano sono ancora più esplicite le citazioni alla sostenibilità. Nella suite Greenside, dello studio the ne[s]t di Paolo Scoglio e Paola Börner, il design è iper-minimalista e parametrico: imita la natura attraverso algoritmi di progettazione che disegnano spazi organici, quasi scultorei.

 

Il progetto – raccontano i due architetti – nasce con approccio al mondo della nautica che amiamo per creare il più possibile degli spazi attrezzabili come nella cucina, la cabina armadio e il pannello dell’infotainment.

Il resto è stato modellato per rendere lo spazio molto fluido, percepibile già nella svasatura dell’ingresso verso la stanza, per accogliere il più possibile la luce della finestra d’angolo.

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MODE Hotel_Suite Mare 3.0

La suite Mare 3.0, dello studio GLA Genius Loci Architettura, è un vero manifesto di sostenibilità marina, dai colori del mare alle forme sinuose delle onde visibili sia nelle grafiche a pavimento sia nella grande parete curva all’ingresso che racchiude la zona servizi.

 

Con i colori – spiegano – abbiamo cercato di ricreare una sensazione di freschezza e pulizia. Questi sono presenti solo sulla parte superiore con grande fascia che poi coincide con gli arredi su misura. Grazie ai diversi fornitori, le plastiche, o i detriti delle piastrelle diventano materie prime. Il tavolo, per esempio, è fatto con resine ricavate da gusci delle ostriche.

 

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MODE Hotel_Suite Sensi

La suite Sensi, di ovre.design®, è pensata come uno spazio olistico, per rigenerare e ispirare. Qui, tra la zona notte, dove spicca il letto sormontato da una sorta di baldacchino, e il bagno gli architetti hanno ricavato una zona di meditazione-benessere coinvolgendo l’insegnante di yoga Giada Campanella che ha ideato dei video ad hoc per l’esperienza degli ospiti.

Ogni elemento, scelto con cura, è riciclato o riciclabile, come i laminati o le basi dei tavoli e dei lavabi in agglomerato con marmi di scarto. Le pareti in argilla aiutano a regolare l’umidita naturalmente. Piccole accortezze per creare un benessere percepito nell’ambiente.

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MODE Hotel_Suite Sensi

L’apertura spaziale del terzo piano

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MODE HOTEL_Suite Mini’ Mor

Al terzo piano si è accolti nei generosi spazi di Mini’mor, di Alessia Galimberti & Partners, la più grande suite con i suoi cento metri quadri, divisi in due camere e due bagni con lavanderia annessa. All’insegna di un lusso discreto l’unica concessione alla stravaganza qui è il nesso con il mondo dell’arte attraverso il contrappunto tra il design e alcune opere di artisti emergenti scelte sempre con attenzione ai materiali di riciclo usati. I toni sono volutamente neutri, dove spicca il moka (Colore Pantone dell’anno) ripreso insieme al verde muschio.

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MODE Hotel_Suite Silenzio Sfrenato

Infine, la suite Silenzio Sfrenato, dello studio NOA, l’unica priva di soggiorno perché, spiegano gli architetti, si è preferito utilizzare più spazio per la stanza da bagno, dove normalmente si passa più tempo.

Hanno perciò lavorato solo con l’indispensabile, eliminando ciò che è superfluo in una stanza d’albergo e può generare “rumore” visivo – manca, volutamente, anche la TV – con un arredamento, dal sapore artigianale, dove spicca sempre l’attenzione alla naturalità e sostenibilità, come nella posa delle doghe del pavimento in legno e le semplici lastre in marmo accostate tra di loro a formare dei lavabi freestanding.

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Un nuovo approccio corale per l’ospitalità. Un esempio imitabile su tutto il territorio: foto e immagini

 

 

 

 

 

Ali Filippini
Ali Filippini, laureato in design al Politecnico di Milano, dottore di ricerca in Design, affianca all'attività didattica quella professionale in ambito editoriale collaborando come giornalista pubblicista per riviste di settore (Abitare, Auto&Design) e a progetti dedicati alla cultura del design. Per Pianeta Design i suoi contributi vertono maggiormente sui temi della tecnologia e dell’innovazione.