Fare casa e social network: Millennial e Gen Z a confronto
Il design non dovrebbe mai smettere di chiedersi come vivono davvero le persone e dovrebbe farlo sincronizzandosi con la vita di oggi valutando i comportamenti, l’insieme dei valori e gli oggetti legati a due generazioni a confronto: i millennial e la gen Z.

Ph. Alberto Rizzieri
Lo spazio domestico sta assumendo forme inedite e impreviste supportate da nuovi stili di vita e paradigmi digitali. Ci sono dinamiche sociali che non possiamo fingere di escludere. La casa dei sogni arriva dalle immagini da cui siamo influenzati quotidianamente, ma le due generazioni hanno un approccio molto diverso. I Millennial, alcuni dei quali hanno ormai compiuto 40 anni, iniziano a mettere radici, hanno piena consapevolezza della propria personalità e del proprio gusto e anche maggiore potere di spesa. Sognano una casa conforme alla propria vita e alle proprie esigenze che siano sposati, separati o single. L’estetica ha un valore molto importante rispetto al passato ma non è direttamente proporzionale alla spesa. È infatti la generazione che ha visto crescere il mito Ikea e la possibilità di realizzare una casa, curata nei dettagli, anche senza un budget elevato. Molti restano ancorati a questo approccio anche quando hanno raggiunto una maggiore capacità di acquisto, molto probabilmente ancora influenzati dalla campagna per promuovere la trasformazione della casa “siamo fatti per cambiare”. Sono stati i primi nomadi digitali: hanno viaggiato, studiato e lavorato in luoghi non necessariamente legati alla propria origine e portandosi dietro influenze internazionali e di precarietà domestica. Ma non solo, è sopratutto la prima generazione che ha vissuto la cultura dell’immagine e dei social network.
Sono diventata architetto prima di Instagram, quando non esistevano bacheche di pinterest e moodboard da condividere con i clienti. Quando il processo progettuale dipendeva più dalla matita che dalle case degli influncer. Oggi il progetto residenziale ha assunto forme nuove, mi capita frequentemente di ricevere richieste che allegano esempi di case di volti noti o addirittura di desiderare una casa come la mia, che da Millennial ho fatto della mia casa il mio biglietto da visita. I social hanno cambiato totalmente il modo di “fare casa”, la comunicazione di un prodotto o di un determinato stile ha influito sui gusti delle persone oltre ad omologare il luogo che dovrebbe essere il magazzino della nostra memoria. Tutti desiderano un cloud di fotografie instagrammabili, angoli che su tik tok spopolano con l’hashtag #aesthetic.
Ma se i Millennial hanno fatto casa nell’ultimo decennio, si affaccia oggi sul mercato la Gen Z, nati tra il 1997 e il 2012, quindi under 26. Pronti al confronto generazionale descrivono chi li ha preceduti come troppo legati all’ immagine mentre nella loro cameretta non può mancare una ring light. Molti vivono ancora in famiglia e sognano la casa di domani, altri hanno intrapreso già la strada della condivisione, amano i colori audaci, le forme morbide e le atmosfere pop che ben si sposano con un nuovo modo di comunicare. L’idea di casa è diventata fluida quanto la sua funzionalità, crea conforto per i propri bisogni e rivela l’espressione di sicurezza di cui sentono necessità.
Al lavoro da ufficio preferiscono la flessibilità del lavoro da remoto per questo i loro spazi domestici raccontano al pubblico di chi sono in relazione ai loro amici, a cosa mangiano, alla vita sociale e, più autenticamente, a se stessi e per questo è parte del loro personal branding. Ciò che vuole la Gen Z è evidente nel tipo di tendenze che segue. Il concetto di abitare ruota attorno all’espressione di se, all’individualità e alla creatività, popolare con il termine dopamine decor che letteralmente significa decorare la tua stanza in un modo che ti renda felice.
Una generazione nota per il desiderio di valorizzare la propria personalità, sogna una casa come forma di autoespressione. Seppur descritti frequentemente come esagerati e sovraesposti sono molto meno frivoli di quanto sembra. Cresciuti con il Covid 19 e il cambiamento climatico, si distinguono dalle altre generazione per l’attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e ai valori dei brand che scelgono. La Generazione Z cerca equità, stabilità e armonia sociale, si identifica con il poco e di qualità che fa ben sperare ad un futuro meno legato al fast design.