Procedure in sanatoria: le nuove sanzioni del Salva Casa
Le procedure in sanatoria in Italia subiranno diversi cambiamenti con l’attuazione del decreto Salva Casa, anche per quanto riguarda gli importi delle sanzioni che i cittadini sono chiamati a pagare per regolarizzare le proprie situazioni immobiliari. Ecco le principali novità, spiegate dalle linee guida del MIT a seguito del Quarto tavolo del Piano Casa.
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Pochi giorni fa si è tenuto un incontro importantissimo per tutti i cittadini italiani. Si tratta del Quarto Tavolo del Piano Casa, indetto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Principalmente, durante l’incontro si è parlato del futuro delle case degli italiani. In particolare, lo si è fatto tramite la definizione delle linee guida dell’applicazione delle norme contenute nel Decreto Salva Casa. Si tratta di chiarimenti importanti, e di semplificazioni che permetteranno a milioni di italiani di sbloccare molteplici situazioni impantanante negli intoppi burocratici italiani.
Il Decreto infatti ha lo scopo di svincolare dall’intrico burocratico moltissime situazioni, permettendo ai proprietari di sanare piccole difformità e ricavare spazi abitativi da categorie catastali diverse, sottotetti, e altro.
Per regolarizzare queste situazioni, obbligatoriamente si deve passare per procedure in sanatoria, che richiedono un costo da parte dei cittadini. Ebbene, durante la riunione si è discusso anche di questo, e si sono chiariti diversi punti a riguardo.
Procedure in sanatoria

Quando su un immobile grava una difformità, piccola o grande che sia, questa impedisce al proprietario di godere dell’immobile in totale libertà. Infatti, in caso di difformità non sanate, l’immobile risulta invendibile. Per questo è importante regolarizzare i propri immobili, e spesso per farlo si deve ricorrere alle cosiddette procedure in sanatoria.
Si tratta di particolari procedure che puliscono l’immobile da tutto quello che non rientra nella normativa vigente, e lo rendono conforme (e adatto alla vendita). Per completare queste procedure, si deve pagare una sanzione per aver agito anni dopo la creazione della difformità.
A questo riguardo, le linee guida del MIT spiegano la metodologia da seguire per determinare correttamente l’importo della sanzione. I Comuni, in questo, dovranno fare riferimento alle prassi già in uso, e in caso non si ritenga che l’intervento di difformità abbia in qualche modo aumentato il valore dell’immobile, si può anche decidere di applicare una sanzione minima, senza includere l’Agenzia delle Entrate nella pratica. Tutte le altre sanzioni invece, richiedono l’intervento dell’AdE, e si dovranno corrispondere in due pagamenti diversi:
- l’anticipo al momento della presentazione dell’istanza di Scia in sanatoria,
- il conguaglio all’esito della quantificazione dell’incremento del valore dell’immobile da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Le nuove sanzioni del Salva Casa

A quanto possono ammontare però, queste sanzioni? Innanzitutto, per conoscere la cifra esatta della sanzione, si deve determinare e quantificare l’aumento del valore venale dell’immobile a seguito della difformità. A fare questa valutazione è l’Agenzia delle Entrate, che poi comunicherà anche l’importo preciso della sanzione al proprietario.
L’importo da pagare sarà esattamente il doppio dell’aumento di valore, e comunque compreso tra i 1.032 e i 10.328 euro per gli interventi di doppia conformità attenuata. Per gli interventi che rientrano nella doppia conformità tradizionale invece, gli importi delle sanzioni possono andare da 516 euro a 5.164 euro.
Alcuni casi specifici, che riguardano per esempio scuole e case popolari, rientrano invece nei casi di sanatoria gratuita. Grazie al Decreto Salva Casa sono molteplici le difformità che si potranno sanare. Come dice lo stesso Salvini:
“Milioni di italiani potranno tornare pienamente proprietari dei loro immobili, comprarli o venderli, con ricadute positive sull’economia: più immobili sul mercato, affitti e prezzi meno cari”.