Emilia Romagna inverno 2025/2026: quando si potranno accendere i caloriferi?
Riscaldamento inverno 2025/2026: gli abitanti dell’Emilia Romagna sono pronti ad accendere le caldaie di casa? Ecco le date, la normativa in vigore e le eccezioni.
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Siamo agli sgoccioli: l’inverno è alle porte e sta per giungere il momento di accendere il riscaldamento; la questione riguarda anche gli abitanti dell’Emilia Romagna e sapere quando si potrà premere il tasto ON sulla caldaia per sentire il tepore in casa è importante, anche in considerazione del fatto di evitare possibili multe.
Le regole del Piano nazionale non prevedono più il posticipo dell’accensione degli impianti nelle case e nelle fabbriche come avvenuto negli ultimi due inverni, causa la crisi energetica determinata dallo scoppio della guerra in Ucraina e che ha mandato alle stelle il prezzo del gas.
L’impianto di riscaldamento essere tenuto acceso in modo da raggiungere una temperatura interna di 20 gradi per le abitazioni e di 19 gradi per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili.
Ma precisamente, quando si potrà accendere il riscaldamento nei comuni dell’Emilia Romagna?
La regione si trova quasi interamente nella fascia E (la penultima delle 6 fasce) e quindi i cittadini avranno facoltà di accendere il riscaldamento per 14 ore al giorno, dal 15 ottobre 2025 al 15 aprile 2026.
La data di accensione è stata rivista; prevista inizialmente per lo scorso 15 ottobre, le alte temperature ancora registrate nella regione hanno fatto si che i sindaci potessero emanare un’ordinanza con cui posticipare la data di accensione.
Fanno eccezione alcune località montane, inserite nella fascia F che non hanno alcuna limitazione all’accensione mentre, più caldi sono i comuni di Forlì e Forlimpopoli, inseriti nella fascia D, la cui accensione potrà avvenire per 12 ore e a partire dal 1° novembre 2025 al 15 aprile 2026.
Emilia-Romagna inverno 2025/2026: le date per ogni provincia

Bologna
Zona E, eccetto i comuni di Lizzano in Belvedere, Porretta Terme e Granaglione in zona F
Modena
Zona E , con eccezione dei comuni di Frassinoro; Pievepelago; Fiumalbo; Riolunato; Montefiorino e metà dei comuni di Palagano, di Lamamocogno, di Montecreto, di Sestola e di Fanano, tutti in zona F
Reggio Emilia
Zona E con eccezione dei comuni di Ramiseto; Collagna; Busana; Ligonchio; Villa Minozzo e metà dei comuni di Toano; di Castelnovo ne’ Monti e di Vetto, in zona F
Parma
Zona E con eccezione dei comuni di Corniglio; Monchio; Palanzano; Albareto; Borgotaro; Compiano; Bedonia e Tornolo in zona F
Piacenza
Zona E con eccezione dei comuni di Zerba, Cerignale, Ottone e Ferriere in zona F
Ferrara
Zona E
Forlì e Cesena
Zona E eccetto la parte centrale della provincia, in zona D
Ravenna
Zona E
Rimini
Zona E
Direttiva regionale
Attenzione però: la Regione Emilia-Romagna ha una direttiva, con validità 1 ottobre/31 marzo di ogni anno, che stabilisce, per i comuni posti al di sotto dei 300 metri di altitudine, il divieto di utilizzare
generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa ad alto impatto emissivo sotto la certificazione a 3 stelle.
Ulteriore limitazione, qualora scattino misure emergenziali della qualità dell’aria, per tutti i comuni di pianura vige
il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa ad alto impatto emissivo sotto la certificazione a 4 stelle.
Anche per quest’anno, il divieto è stato confermato dalla giunta regionale emiliana-romagnola.