Affordable housing in Europa: cos’è e come funziona

L’affordable housing in Europa è l’argomento centrale dell’emergenza abitativa europea. Si tratta di un modello abitativo a prezzi accessibili, pensato per rispondere alla crisi che l’Europa intera sta vivendo dal punto di vista immobiliare. La Commissione europea ha nominato un commissario ad hoc per affrontarla, ecco come intende fare.

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Gli alloggi a prezzi accessibili scarseggiano in tutta Europa, e soprattutto in alcune città la crisi abitativa si traduce in un vero e proprio incubo economico per le famiglie e gli studenti. Per risolvere l’emergenza, la Commissione europea ha nominato un commissario ad hoc, e ha individuato in quello che viene definito affordable housing, il tema centrale dell’agenda. Questo altro non è che un modello abitativo che vuole offrire soluzioni residenziali a prezzi accessibili.

Si tratta di una soluzione che, se messa in atto, permetterebbe ai cittadini europei di riuscire a sostenere sia le spese abitative che quelle della vita quotidiana, dalla spesa all’istruzione. Attualmente non esistono ancora norme concrete a livello europeo che parlino di affordable housing, ma il piano della Commissione europea fornisce già delle linee guida che gli Stati Membri possono adottare per iniziare a muoversi in questa direzione comune.

Affordable housing in Europa

Quello dell’affordable housing in Europa è un progetto di cui si parla già da tempo, ma che non ha ancora trovato una traduzione effettiva a livello normativo globale. La Commissione europea però, per incentivare i singoli governi a muoversi in autonomia, ha già fornito diverse linee guida da cui partire per investire in alloggi sostenibili e a prezzi accessibili a tutti. A questo riguardo, dal 6 marzo 2025 è attiva una piattaforma di investimento paneuropea per questo settore. I pilastri su cui si basa il progetto di affordable housing che l’UE vuole perseguire sono:

• i partenariati con la Commissione UE e le NPBI/IFI per facilitare l’accesso ai finanziamenti e alla consulenza;
• l’ampliamento dell’ambito regionale del sostegno del gruppo BEI;
• l’approccio basato sulla catena del valore: apertura a nuovi tipi di progetti abitativi, dall’innovazione nell’edilizia allo sviluppo immobiliare fino alla proprietà, con garanzie politiche;
• la mobilitazione del settore privato.

L’obiettivo finale è quello di introdurre nuova liquidità nel mercato immobiliare dell’affordable housing, in modo da coinvolgere anche gli investitori privati. Oltre a questo, l’UE parla di raddoppiare gli investimenti previsti della politica di coesione in alloggi a prezzi accessibili.

La situazione in Italia

L’Italia, in quanto Stato Membro, potrebbe beneficiare enormemente di un piano simile. Innanzitutto grazie alla mobilitazione di finanziamenti sia pubblici che privati più alti, e in secondo luogo grazie al nuovo strumento finanziario per la coesione con le risorse della BEI e di altri istituti finanziari internazionali. I progetti di affordable housing nazionali avranno, in base alle priorità strategiche, fino ad un massimo del 30% di pagamenti anticipati.

In Italia una politica di questo tipo porterebbe ad un salto in avanti importante. Da un lato, infatti, si potrebbero riqualificare e reimmettere sul mercato i tanti edifici vuoti e inutilizzati che esistono nel patrimonio immobiliare nazionale. Dall’altro, permetterebbe di allentare la pressione sul mercato degli affitti, che sta letteralmente soccombendo dalla domanda altissima, che lo stock immobiliare scarso non riesce a soddisfare nemmeno lontanamente. Inoltre, si potrebbe intervenire anche sulla povertà energetica e sulla riqualificazione, cosa che per moltissimi italiani rimane un lusso inarrivabile. Insomma, azioni concrete non esistono ancora, ma i presupposti e le intenzioni sembrano esserci tutte. Non resta che attendere e vedere come si concretizzeranno, e in che tempi.

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