Pannelli solari autopulenti: la svolta che mancava
Sono finalmente in arrivo i pannelli solari autopulenti, la rivoluzione che mancava nell’ambito dell’energia sostenibile. La tecnologia si configura infatti come un importante passo in avanti nel settore.

Da qualche tempo si è iniziata a percepire seriamente l’urgenza di arrestare la crisi climatica che sta compromettendo il nostro pianeta e che sta riducendo sempre di più le possibilità di vivere in ambienti salubri ed equilibrati. Ecco perché giorno dopo giorno si ricercano nuove opzioni e alternative utili a far retrocedere la crisi climatica.
Esiste infatti una pluralità di strumenti da poter impiegare per riuscire a sopravvivere, impattando il meno possibile su ciò che ci circonda. I pannelli solari sono un classico esempio dei passi in avanti che l’umanità ha fatto in vista di un maggior interesse nei confronti dell’ambiente e delle sue componenti. Si tratta di un cambiamento necessario che agevolerà in primis l’essere umano e le generazioni future.
Gli stessi sono sempre sotto osservazione e si tende quindi a innovarli per renderli sempre più efficaci e utili alla popolazione. Proprio per questo motivo, nell’arco di pochi anni, si stanno sviluppando idee e tecnologie impensabili fino a pochi anni fa.
Pannelli solari autopulenti: il battito elettrostatico

Tra le nuove proposte ecco quindi che figurano pannelli solari a dir poco rivoluzionari perché, grazie all’ausilio di tecnologie avanzate, sono perfettamente autopulenti.
Anche quando si parla di strumenti innovativi, infatti, la pulizia è quindi essenziale. Nel caso dei pannelli solari, si tratta di contrastare il cosiddetto “soiling” che fa riferimento proprio all’ammasso di polvere, foglie, escrementi di animali e detriti di ogni tipo ed che, accumulandosi inevitabilmente nella parte alta degli edifici, e quindi anche sui pannelli, andranno a limitare l’efficienza energetica degli stessi.
Entra infatti in gioco una soluzione che si sta cercando di realizzare il prima possibile, quella di rendere appunto autopulenti i pannelli solari. In questo modo sarà possibile limitare o addirittura evitare il bisogno di intervenire manualmente per liberarli da tracce di sporco e residui.
In questo senso la soluzione sembrerebbe essere l’elettrostatica. I ricercatori hanno infatti ideato un sistema privo di contatti diretti con i pannelli e, soprattutto, che non prevedono l’utilizzo dell’acqua. Ciò che infatti si sfrutterà è la repulsione elettrostatica, in grado di rimuovere ogni particella di sporco dalla superficie dei pannelli solari.
Ciò è possibile grazie ad un singolo elettrodo che scorre lungo la superficie del pannello stesso, caricando letteralmente le particelle di polvere che vengono poi rimosse attraverso una scarica, che parte proprio dall’interno del pannello. Possiamo immaginarlo come un vero colpo dato da un piccolo motore, chiaramente alimentato da elettricità. Ma se temiamo che questo impiego di energie possa essere dannoso per l’ambiente oppure uno spreco, ci basterà pensare che l’energia elettrica necessaria per provocare tale impulso è altamente inferiore rispetto a quella impiegata generalmente per pulire i pannelli.
Un’alternativa sperimentata in Germania prevede invece l’impiego di un approccio ben diverso e soprattutto passivo. Questa metodologia di pulizia si basa infatti sulla laser-surface texturing, chiamata direct laser interference pattering (DLIP). Questo tipo di strumento tecnologico, provvede infatti a creare superfici autopulenti e ad alte prestazioni ma provocando un attrito ridotto. In questo modo, infatti, i pannelli solari vengono ripuliti singolarmente e accuratamente e senza l’impiego di acqua, perché acquistano proprietà ultra-idrofobiche, ovvero respingono l’acqua.
È la fine della manutenzione?

Dunque, soprattutto il primo metodo, sarebbe una vera svolta in termini di cura e manutenzione di pannelli solari, rivelandosi perfettamente in grado di provvedere alla pulizia totale e soprattutto al suo mantenimento.
Ci basterà pensare al vantaggio che ne deriva, ovvero quello di riuscire ad ottenere i risultati sperati senza dover materialmente pulire i pannelli e soprattutto senza utilizzare qualcosa di prezioso come l’acqua. Ciò nonostante questo non implica la fine dell’azione manuale dell’uomo, che dovrà ugualmente supervisionare il corretto funzionamento della tecnologia.