Jusi: il tessuto 100% bio ricavato dalle fibre di un frutto
La ricerca della sostenibilità anche in ambiti più tradizionali ha portato alla creazione di Jusi, il tessuto ricavato dalle fibre di banano. In che modo questo può contribuire all’ambiente? Può essere adoperato anche nelle case?

Oggi si parla costantemente dell’importanza che negli ultimi tempi stanno acquisendo prodotti ecosostenibili, sostitutivi di quelli nocivi ed impattanti per l’ambiente. Proteggere la natura e aiutare il pianeta a ricostituirsi è un dovere di tutti e, con piccoli e semplici gesti, possiamo arrestare poco per volta questa crisi climatica che ormai ci coinvolge a livello planetario.
Esistono infatti diverse alternative valide in grado di sostituire, in diversi ambiti dall’alimentazione all’edilizia, tutti quei prodotti che risultano essere dannosi per l’ambiente. Tutto sta nell’essere disposti a sperimentare e a trovare le soluzioni che più si adeguano ai propri standard, gusti e necessità.
Anche il mondo del design non è da meno, con innovazioni tecnologiche e prodotti realizzati mediante l’uso di materie prime più sostenibili. Le stesse sono infatti di origine naturale e per questo motivo anche 100% biodegradabili.
Jusi: le sue caratteristiche

È possibile optare per soluzioni alternative e biocompatibili anche quando si parla di prodotti come tessuti. È questo il caso del “jusi”, un tessuto leggero e naturale di origine giapponese che si ricava dal banano.
In prospettiva del futuro, si auspica che sia sempre più apprezzato ed impiegato nell’ambito dell’industria tessile ma anche per la produzione di prodotti per l’arredamento. Nel paese di origine, appunto in Giappone, è attualmente utilizzato per confezionare kimono e, in termini di consistenza ed estetica, assomiglia molto al cotone. In realtà, queste fibre derivano dagli steli a cui sono attaccati i caschi di banana, ovvero scarti che gli agricoltori lasciano a terra dopo il raccolto.
La produzione del tessuto consente quindi il completo riutilizzo e riciclo degli scarti che diventano poi fibra tessile. Tra i suoi principali e straordinari punti di forza abbiamo la leggerezza, la resistenza e un’elevata capacità assorbente che lo rende perfetto soprattutto nelle stagioni più calde, poiché allontana l’umidità dalla pelle. È estremamente versatile, la si può tingere e quindi colorare naturalmente come più si desidera. Può anche essere utilizzata in ambiti differenti quali quello tessile, quello dell’arredamento, del giardinaggio e altri.
Ciò nonostante presenta anche degli svantaggi, utili da conoscere se in futuro si desidera utilizzare il jusi. Per lavorare la fibra è infatti necessario adoperare l’idrogeno, fondamentale per le parti esterne della banana che sono piuttosto spesse rispetto alle fibre interne, che sono invece più morbide. Inoltre la realizzazione del tessuto ha tempi molto elevati perché, trattandosi appunto di piante di banana, queste necessitano di parecchio tempo per poter crescere. Infine anche il costo è elevato rispetto ad altri tessuti come la seta, il lino o la canapa.
Dalla parte dell’ambiente

Come accennato in precedenza, questo tessuto però si rivela un vero e proprio alleato dell’ambiente proprio perché totalmente naturale, biodegradabile e rinnovabile. Dobbiamo poi tener conto che, il processo della fotosintesi, fondamentale per la coltivazione delle piante, migliora la qualità dell’aria assorbendo anidride carbonica e rilasciando una notevole quantità di ossigeno.
Inoltre, la coltivazione del banano, non necessita di particolari cure e fertilizzanti per cui risulta essere anche poco impattante sull’ambiente e di facile gestione.