Arriva il sapone monouso biodegradabile che potrebbe risolvere i problemi del Sud globale
Sebbene l’igiene sia alla base di una vita sana, non ovunque si ha la possibilità di adoperare elementi basilari della stessa e, per questo motivo, nasce il sapone monouso biodegradabile. Ideato in fibre di bambù, lo stesso è infatti dedicato a chi non possiede acqua.

Troppo spesso dimentichiamo che tutto ciò che abbiamo è in realtà un privilegio che non a tutti è concesso. È sufficiente pensare che, ciò che per noi può essere normale e che fa parte della routine quotidiana, da altre parti del mondo è un privilegio per pochi.
Lo stesso lavarsi, un gesto che compiamo più volte in un giorno e che ci permette di avere una buona igiene personale, ma anche della casa, non è una cosa scontata. Nel Sud globale, l’assenza di acqua, impedisce questa pratica così comune e naturale, anche indispensabile per la salute.
Nasce così il primo sapone monouso biodegradabile, una scoperta dei ricercatori dell’Imperial College di Londra arrivata dopo diverse ricerche in Tarzania. L’obiettivo è infatti quello di fornire una soluzione a chi non ha accesso a una fornitura idrica.
Sapone monouso biodegradabile: l’origine della scoperta

La scoperta è arrivata dopo un lungo periodo di ricerca svolto dagli scienziati in una cittadina della Tanzania dal 2020. Durante questo periodo hanno rilevato che solo il 13% delle famiglie possedeva l’accesso all’acqua, o comunque a strutture che consentissero il lavaggio delle mani. Hanno quindi coinvolto alcune famiglie delle regioni di Morogoro e Dar es Salaam.
In questi luoghi non esiste un attacco privato dell’acqua o tradizionali condutture idriche. Per questo motivo i residenti dovevano recarsi nei pozzi per raccogliere l’acqua o pagare la consegna, cosa che non sempre possono permettersi di fare. È proprio da queste basi che i ricercatori hanno quindi pensato di partire per progettare un nuovo sistema per lavare le mani. La soluzione non solo doveva essere pratica, ma anche facile da accettare.
Poiché si tratta infatti di un prodotto prettamente occidentale, il sapone non era ben accetto, infatti lo si vedeva come qualcosa di “contaminato” proprio per la sua caratteristica di entrare in contatto con qualcosa di sporco. Ecco quindi l’idea di inventare una soluzione monouso e biodegradabile che potesse incontrare le esigenze delle persone a cui è rivolto e aumentare il tasso di igiene mediante il semplice lavaggio delle mani.
Tanti prototipi

La soluzione di sapone monouso presentata prende il nome di Tab Soap e si tratta di solo di uno dei cinque prototipi a cui i ricercatori hanno lavorato. Forti infatti delle resistenze incontrate, ma anche delle necessità che si presentano dinnanzi a chi non possiede l’acqua, hanno intrapreso diverse strade prima di trovare la soluzione più adatta al caso.
La tavoletta è composta di tessuto in bambù interamente biodegradabile e ciò permette, una volta utilizzata, di essere gettata in una qualsiasi fossa dove potrà decomporsi senza inquinare.
L’obiettivo che si vuole raggiungere con il sapone monouso biodegrabile Tab Soap è quello di migliorare le condizioni di vita e di salute di tutti quei paesi in cui l’accesso all’acqua è ancora limitato.