I confini inaspettati di IDesign

Autore:
Marilena Pitino
  • Giornalista

La XI edizione di IDesign – che si terrà dal 20 al 29 ottobre a Palermo – prende ispirazione da una frase di Claudio Magris: “i confini muoiono e risorgono, si spostano, si cancellano e riappaiono inaspettati. Segnano l’esperienza, il linguaggio, lo spazio dell’abitare, il corpo con la sua salute e le sue malattie, la psiche con la sua spesso assurda cartografia, l’io con la
pluralità dei suoi frammenti e le loro faticose ricomposizioni, la società con le sue divisioni, l’economia con le sue invasioni e le sue ritirate, il pensiero con le sue mappe dell’ordine”.

I confini inaspettati di IDesign
Photo by iDesign

Abbiamo incontrato la curatrice Daniela Brignone per approfondire la manifestazione e il tema di quest’anno Inside/Outside, ovvero spazi domestici, visioni urbane.

Come nasce il progetto di IDesign?

La manifestazione nasce nel 2011 dall’incontro con un gruppo di architetti di Torino come Ivano Isola, Piero De Rossi che negli anni ‘70 avevano creato una produzione importantissima. Ci siamo riuniti attorno a un tavolo e abbiamo pensato di portare a Palermo la mostra sul tema dell’abitare che era stata prodotta a Torino all’interno della Cavallerizza, con l’intento di far conoscere il caso studio di Carlo Mollino (architetto, designer e fotografo torinese, ndr) fino agli anni ‘90. Questo progetto si è poi ampliato notevolmente. Saputo dell’iniziativa, molti designer ci hanno chiesto se fosse possibile portare progetti personali in questo contesto. Doveva quindi essere il progetto di un solo anno, ma su sollecitazioni varie, anche territoriali, sfociò in una seconda edizione e poi in una terza fino ad arrivare a oggi, l’undicesima.

I confini inaspettati di IDesign
Photo by iDesign

Come si è evoluta la manifestazione?

Questo progetto rappresenta anche una piattaforma di sperimentazione per quello che riguarda l’audience development. Cerchiamo di individuare iniziative mirate per coinvolgere target difficili, come i giovani. In Sicilia non si parla di design dai primi del ‘900 perché ci sono tante aziende, tante realtà e artigiani, ma purtroppo non riescono a comunicare, a creare connessioni. Molti hanno stabilimenti produttivi qui ma commerciano all’estero. C’è quindi un pubblico da educare e formare. Anno dopo anno vediamo crescere il nostro pubblico con persone che ci sostengono, IDesign è diventato un appuntamento fisso. E anche realtà del mondo dell’arte mostrano interesse per la manifestazione.

Inside/Outside Spazio domestici, visioni urbane è il tema della nuova edizione. Come è stato sviluppato il concept?

Tutto è nato dalla frase di Claudio Magris sul tema dei confini. I confini condizionano molte cose sia a livello fisico che anche a livello materiale come ad esempio la casa. È un tema a cui avevo pensato quando siamo usciti dal Covid e si parlava molto delle mura domestiche, ma ho convertito questo concetto in qualcosa di positivo. I confini portano con sé tutte le esperienze di ognuno. Inside/Outside ha una duplicità di significato: da una parte riguarda tutti gli arredi all’interno delle abitazioni ma anche ciò che si trova al di fuori, quello che noi comunemente definiamo outdoor. Allo stesso tempo c’è un altro significato quello che sta dietro il progetto, come nasce, la riflessione del designer e dell’artigiano. E poi il fuori, la realizzazione finale. Ogni designer e artigiano quando pensa ad un oggetto ha alle spalle una sua esperienza, una sua percezione delle cose. Il vero creativo coniuga la propria esperienza sia materiale che il proprio modo di vedere l’oggetto, poi adattandolo alla contemporaneità. Sono confini che vengono annullati, non statici ma dinamici.

Come sono stati selezionati i designer e le aziende?

Una parte viene selezionata da noi, ma abbiamo anche attivato strumenti di comunicazione così molti progettisti vengono a conoscenza della manifestazione e ci sottopongono progetti. Un comitato scientifico qualificato fa poi un’accurata selezione. La maggior parte dei partecipanti aderisce al concept mentre altri si discostano, ma spesso i progetti vengono ugualmente accolti perché sono importanti e vale la pena inserirli.

Chi parteciperà alla nuova edizione?

Vittorio Corsini, attualmente l’unico artista che si trova nel padiglione della Repubblica di San Marino alla Biennale di Venezia, farà un’installazione. Lo studio Enrico Frigerio, autore di importanti soluzioni legate alla sostenibilità ambientale, illustrerà il Green Ports di Genova che ha progettato all’interno di un talk internazionale focalizzato sui programmi attuali e futuri dei sistemi portuali di varie città, inclusa Palermo. Ma ci saranno anche artisti come Katharina Maderthanee, Elena Pontiggia, Jan Blanc Nasce. E poi saranno esposti i progetti dell’Index Compasso D’oro dal 2018 al 2023 a cura di ADI Sicilia, che è nostro partner. Inoltre, ogni anno inseriamo un tema sociale e ci sarà un progetto della stamperia Braille di Catania. Verrà allestita una sala con i presidi per ipo e non vedenti dove verranno anche realizzate opere d’arte in Braille.

I confini inaspettati di IDesign
Progetto di Katharina Maderthane

In che modo è cresciuto il vostro pubblico nel corso degli anni?

Cerchiamo di spiegare i progetti sempre in maniera molto semplice, cercando di non far percepire questi argomenti come ostici ma come una possibilità per imparare qualcosa di nuovo. Ci sono mediatori culturali che spiegano quello che viene esposto. E dove ci sono tematiche più complesse inseriamo pannelli per avvicinare la gente.

I confini inaspettati di IDesign
Foto di IDesign

Cosa prevederà il programma?

Ci saranno diversi talk: ad esempio sul Waterfront di Palermo e sul tema del vetro. È prevista un’importante mostra che si intitola “Olio in tutti i sensi”, promossa dalla rete delle Italian Design Weeks, che raccoglie tutti i contenitori di olio realizzati da grandi aziende e piccole realtà. Saranno anche presenti produttori di olio che spiegheranno come degustare l’olio, con un programma dedicato. Ci saranno anche talk organizzati dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, tra cui uno dedicato a Cleto Munari. C’è poi un progetto sociale sulle donne, con una mostra “Una casa tutta per sé”, in cui architette di Palermo esporranno le proprie abitazioni.

Cosa si augura per il futuro della manifestazione?

Mi auguro un rilancio di questo settore nel territorio e che la Sicilia possa diventare un polo produttivo di riferimento. Siamo infatti stati molto orgogliosi di essere stati citati dalla rivista Interni come seconda Design Week dopo Milano. Facciamo molta ricerca e vogliamo creare un’occasione di confronto per stabilire una rete di connessioni.

I confini inaspettati di IDesign: foto e immagini