Salone del Mobile 2023 Zanotta: storia, qualità e freschezza, l’intervista a Calvi Brambilla

Autore:
Caterina Di Iorgi
  • Giornalista

Salone del Mobile 2023 Zanotta: l’azienda italiana storica, famosa a livello internazionale per i suoi iconici arredi, è stata acquisita recentemente da Cassina SpA, un’azienda del gruppo Haworth Lifestyle Design. In occasione della Milano Design Week 2023, abbiamo incontrato ed intervistato Calvi Brambilla, Art Director Zanotta (www.zanotta.com), che ci hanno raccontato le novità e la loro visione dell’azienda.

Calvi Brambilla Art Director Zanotta photo Lea Anouchinsky
Calvi Brambilla Art Director Zanotta – photo by Lea Anouchinsky

Qual è la vostra visione di Zanotta oggi?

Pensiamo che Zanotta si fondi su tre pilastri: la storia, la qualità, la freschezza. La storia è testimoniata dal fatto che si trovano pezzi di Zanotta in qualunque museo di design; la qualità è evidente nella eccellenza delle materie prime e nella cura dei dettagli; la freschezza è data dall’anticonformismo che segna tutti i pezzi del catalogo.

Come funziona il processo creativo che porta alla realizzazione di un prodotto Zanotta?

Fenice Nena Zanotta
Il linguaggio dei volumi scolpiti nella schiuma è morbido e avvolgente ma allo stesso tempo raffinato e sartoriale.

Ci sono diverse strade: la visione dei designer è ovviamente il motore principale, ma in realtà il design è un processo di creazione a più mani, dove le conoscenze dell’ufficio tecnico e l’abilità di chi realizza i prototipi giocano un ruolo fondamentale. In qualità di direttori artistici, infine, noi dobbiamo tenere conto della coerenza del catalogo e della possibilità di far parlare i pezzi tra loro perché dialoghino in armonia.

Ci raccontate le novità della collezione 2023 che presenterete in occasione del Salone del Mobile?

Questo Salone sarà il primo assaggio di un percorso che troverà pieno compimento nei prossimi anni. Il bouquet di prodotti che presenteremo comprenderà tre pezzi inediti, l’ampliamento di tre famiglie esistenti, la celebrazione dei cinquant’anni di Sciangai nonché la riedizione di un pezzo storico di De Pas D’Urbino Lomazzi.

Qual’è il concept dell’allestimento per la Design Week 2023?

Dopo diversi Saloni in cui abbiamo presentato scenari molto vari, tesi a rappresentare tante possibili abitazioni diverse, presenteremo una casa Zanotta molto coerente e segnata da un linguaggio fortemente contemporaneo. L’uso deciso del colore, combinato ad una bella ricerca sui materiali, non mancherà di colpire l’immaginazione.

Secondo voi, come sono cambiati negli ultimi 10 anni lo stile delle case, la divisione degli spazi ed il gusto dei clienti? Ci sono oggetti che prima non si vendevano e adesso sì o viceversa?

I cambiamenti negli spazi domestici sono segnati da alcune tappe epocali, come quando l’ingresso della televisione ha fatto sì che il soggiorno rivoluzionasse il layout per rivolgersi verso lo schermo. Ora che la TV non ha più questo ruolo così centrale, si torna a concepire il salotto più come spazio per la socialità che per la visione. La digitalizzazione, d’altra parte, ha portato due cambiamenti significativi, e non necessariamente positivi: la necessità di includere nelle nostre case uno spazio dedicato al lavoro a distanza e la graduale scomparsa delle librerie. Eppure, ogni cambiamento è l’occasione per una rilettura del passato: ci sono oggetti che per misteriose ragioni vengono dimenticati e che poi, rivisti con gli occhi di oggi, acquistano improvvisamente un nuovo significato: è per questo che diamo spazio alle riedizioni.

Quali sono a vostro avviso le nuove tendenze dell’home design?

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Dopo anni in cui abbiamo fatto indigestione di decorativismo, è tornato il momento di proporre oggetti intelligenti che vanno all’essenza del design. Non un ritorno al minimalismo, ma una rivalutazione dell’intelligenza degli oggetti.

Il vostro pezzo che non dovrebbe mai mancare in una casa?

Salone del Mobile 2023 Sacco Servomuto Zanotta photo Omar Sartor
La poltrona Sacco progettata nel 1968 da Gatti Paolini e Teodoro, entrata in produzione dal 1969, da allora è il simbolo di un mood culturale e di uno stile di vita oltre le mode.

C’è qualcuno che può separarsi da una poltrona Sacco dopo averla provata?

Come definireste la vostra visione dell’abitare contemporaneo e come immaginate gli spazi del futuro?

Penso che la maggiore consapevolezza del mondo in cui ci troviamo, afflitto dal cambiamento climatico, la pandemia, le guerre e le disparità sociali, stia portando ad apprezzare di più gli oggetti che stabiliscono un rapporto di sincera empatia umana tra chi li ha disegnati e chi li sceglie per la propria casa.