L’accordo sugli affitti brevi è realtà: ma gli effetti potrebbero sorprenderti

Autore:
Raffaele Di Ciano
  • Laurea in Belle Arti
Tempo di lettura: 4 minuti

Il governo sembra finalmente aver raggiunto un accordo sugli affitti brevi, dopo le turbolenze che hanno animato la tematica nelle ultime settimane. La bozza di Legge di Bilancio, attualmente in fase di valutazione al Senato, contiene infatti un compromesso sulla cedolare secca, e prevede importanti novità per il settore.

Accordo sugli affitti brevi: cosa prevede il compromesso
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Da quando si è entrati in periodo di manovra di bilancio, uno degli argomenti che più ha tenuto banco nelle aule politiche e non solo è stato quello degli affitti brevi.

Le locazioni ad uso turistico interessano milioni di italiani, e impattano in maniera consistente sia nella vita quotidiana che in quella economica del Paese, ma necessitano di nuove regole.

Proprio nuove regole voleva introdurre il governo, passando però per l’aumento della tassazione, cosa che non è piaciuta affatto alle associazioni di categoria e ai gestori. Nelle ultime settimane, infatti, le proposte avanzate hanno fatto parecchio discutere, e hanno riguardato:

  • l’aumento al 26% della cedolare secca per tutti gli immobili in affitto breve;
  • l’introduzione di una percentuale intermedia al 23%;
  • una maggiore tassazione per chi usufruisce dei servizi di intermediazione (Airbnb, Booking, agenzie immobiliari, ecc.).

Considerando che in Italia i portali di prenotazione raccolgono circa l’80% dell’offerta di affitti brevi presenti sul mercato, l’approvazione di queste novità avrebbe comportato un impatto importantissimo sul comparto, ma sembra essere evaporata dagli emendamenti portati al Senato.

Si sarebbe giunti, invece ad un accordo più mite, che prevede però una novità di grande rilevanza, soprattutto per chi ha più di un immobile in affitto turistico.

Accordo sugli affitti brevi

Accordo sugli affitti brevi: cosa prevede il compromesso
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La lunga trafila di discussioni sugli affitti brevi e sulla loro tassazione sembra essere giunta ad un accordo definitivo. Il governo, infatti, ha presentato gli emendamenti alla legge di Bilancio in Senato, e attualmente sono in corso le operazioni per la votazione e l’approvazione definitiva.

Dopo le tante proposte e modifiche, il compromesso consiste nell’aumento della cedolare secca al 26% su tutti gli immobili in affitto breve, tranne il primo immobile. Non si menziona più, quindi, il servizio di intermediazione. Si parla, invece, di attività d’impresa: attualmente per far scattare la partita IVA servono 5 immobili in affitto, mentre la proposta del governo è di abbassare questa soglia a 3 immobili.

Si tratta di un cambiamento consistente, soprattutto per chi si trova al limite, poichè l’apertura della partita IVA farebbe scattare tutta una serie di nuovi obblighi fiscali per i gestori. Uno degli obiettivi del governo, con questa mossa, potrebbe consistere nel voler spostare alcuni degli immobili che attualmente sono in affitto ai turisti, sul mercato delle locazioni standard, che sta vivendo un momento di crisi mai vista prima.

La questione della crisi abitativa

Accordo sugli affitti brevi: cosa prevede il compromesso
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Come hanno più volte sottolineato le associazioni di categoria, però, aumentare la tassazione e inasprire le regole non è la via migliore per risolvere la crisi abitativa, perchè il problema principale della stessa non sono gli affitti brevi.

In Italia, infatti, questi corrispondono a solo il 2% del patrimonio immobiliare totale, e solamente nelle città più turistiche arrivano a toccare la percentuale del 6%.

Si tratta di numeri irrisori rispetto al patrimonio potenziale che potrebbe finire sul mercato e invece rimane inutilizzato. Sono infatti milioni gli immobili che, seppur vuoti e senza un uso abituale da parte dei proprietari, non si affittano, e le motivazioni hanno pochissimo a che fare con gli affitti brevi.

I proprietari, infatti, hanno paura del mercato delle locazioni sia perchè temono danni ai propri immobili, sia per una fiscalità ancora troppo svantaggiosa, e infine per l’enorme problema della tutela dagli inquilini morosi, che rappresentano un ostacolo alla libera disposizione degli immobili.

Accordo sugli affitti brevi: foto e immagini