Marazzi si rinnova. Il nuovo concept degli showroom di Roma e di Milano
Inediti, visionari, scenografici e accoglienti, gli showroom di Marazzi, ridisegnati dallo studio ACPV Architects, riflettono alla perfezione il dna del brand. E ci svelano le infinite potenzialità della ceramica, tra eccellenza funzionale e innovazione continua

Nel 1927 Filippo Marazzi lasciò la drogheria di famiglia, acquistò una cava di argille e costruì, in pochi anni, una fabbrica per produrre ceramica, a due passi da Sassuolo. Il calendario indica nel 1934 l’anno dell’apertura ufficiale, ma per una ragione a noi ignota, Marazzi conteggia e festeggia il suo anniversario dal 1935. Di sicuro si tratta di una storia lunga perché in 90 anni questo brand ha spinto ricerca, sperimentazione e filosofia visionaria spostando di continuo i limiti progettuali delle superfici ceramiche. Di cose da raccontare, in effetti, ce ne sarebbero tante. A partire dalle più recenti dei due nuovi showroom: l’inedito romano e il rinnovato milanese.
L’innovazione creativa

“C’è una sorta di magia nella ricerca di Marazzi” ha dichiarato Patricia Viel che con lo studio ACPV ARCHITECTS (acronimo di Antonio Citterio e Patricia Viel) ha inaugurato a gennaio il nuovo spazio a Roma e ha curato il restyling di quello milanese di via Borgogna in occasione della 58esima edizione del Salone del Mobile. Un expertise, quello di Marazzi, fatto di tecnologia e di creatività, che da sempre sa trasformare una materia inerte in superfici dinamiche, capaci di evocare lavorazioni antiche, intarsi, arte musiva e tanto altro.
Il nuovo spazio a Roma

Il neonato spazio romano è l’esempio evidente del rinnovamento costante di Marazzi: una wunderkammer di colori e materiali di ben 400 mq, che si dispiegano su due livelli in un racconto lungo quasi un secolo, intriso di storia eppure innovativo e visionario.
Le ampie vetrine affacciate su via Vittorio Emanuele Orlando, nei pressi delle Terme Romane di Diocleziano e di Palazzo Barberini, lasciano intuire la spinta di rinnovamento del brand con cambi prospettici continui che svelano la versatilità, spesso inaspettata, della ceramica. Il cuore del progetto, Marazzi Privé, evoca l’atmosfera accogliente ed esclusiva della lobby di un hotel: tre scenografie domestiche che reinterpretano tappeti, arredi, sedute, giocando con la plasticità del grès e disegnando isole conviviali dove concedersi un momento di pausa o un appuntamento professionale circondati dalle possibilità poliedriche delle superfici Marazzi.

Maxi lastre, finiture esclusive, mensole museali: le collezioni sono esposte in un susseguirsi di stanze tematiche, proprio come nel rinnovato spazio milanese nel cuore del distretto di Durini, che segue lo stesso atteggiamento progettuale. “Una modalità espositiva del tutto nuova e inedita per il mondo della ceramica” ha spiegato Mauro Vandini, CEO di Marazzi “che contiamo ci aiuti a far comprendere meglio l’evoluzione continua della nostra ricerca e dei materiali ceramici”.
Lo showroom rinnovato di Milano

Il progetto Poliedrica curato ancora una volta dallo studio ACPV ARCHITECTS propone infatti un living contemporaneo, ispirato a un’accoglienza dal sapore domestico. A fare gli onori di casa è proprio la ceramica, non più mero componente, ma autentica protagonista dell’arredo. Il leit motiv è chiaro: la ceramica si fa salottiera, apre nuovi dialoghi, ci affascina con la sua matericità e spinge inedite visioni progettuali. Nella working area dello spazio di via Borgogna, ad esempio, compare persino una cucina aperta realizzata con le nuove maxi lastre (cm 160×320) Silver Root White e Slow Calce, lavorate con tecnologia 3D Ink, che ne enfatizza i dettagli e la profondità.

Gli showroom, in casa Marazzi, diventano così luoghi friendly, d’incontro e di conversazione. Operatività e convivialità si mescolano in un ambiente flessibile in cui anche i “paraventi” di mattoncini lucidi, che si ergono come pareti sinuose a incorniciare divanetti e tavolini, suggeriscono un rifugio intimo capace di adattarsi a diversi scenari d’uso.

Basti pensare alle pareti plissettate, alle superfici tridimensionali, alle barre verticali rivestite, alle formelle smaltate: ogni elemento è un accento di stile che richiama l’artigianalità e l’unicità.
Le lastre nate dall’AI

Una sfida interessante – come l’ha definita Mauro Novazzi, Partner ACPV ARCHITECTS – dove ha trovato spazio persino l’intelligenza artificiale. Tra le novità presentate durante la Milano Design Week, spicca infatti “A new AI generation Marble”, la collezione di grandi lastre simil marmo generati dagli algoritmi di AI, nate dalla sinergia creativa tra Reply, ACPV ARCHITECTS e Marazzi per la sede di Reply a Torino, e capaci di proporre un’estetica straordinaria, inesistente in natura, ma che evoca la qualità naturale del marmo senza intaccarne il patrimonio geologico.

Che Marazzi sia propensa ad adottare tecnologie innovative sostenibili nella produzione industriale non è una novità.
“La nostra missione è sempre stata quella di innovare e migliorare i processi produttivi mantenendo un forte impegno verso la sostenibilità” ha dichiarato Maurio Vandini, CEO di Marazzi e Presidente Mohawk Global Ceramic. “Questo progetto dimostra come l’AI generativa possa trasformare il design ceramico, creando superfici che non solo rispettano l’ambiente, ma elevano anche gli standard estetici e funzionali del settore.”
Il volume che racconta la storia

Quanto “la ceramica, da semplice elemento funzionale, sia diventata negli anni un linguaggio espressivo, capace di plasmare spazi e identità culturali” lo raccontano anche Sara e Valerio Tamagnini di Studio Blanco nel volume Marazzi Under the Skin curato con Cosimo Bizzarri, altra novità di stagione. Lo sfogli e capisci, attraverso le immagini inedite, qual è lil DNA di Marazzi: le origini del suo design, la ricerca costante di quel “quid” in più, le ispirazioni continue fino alla suggestiva casa immaginaria di Charlotte Taylor, in una visione architettonica senza tempo arricchita dai contributi di architetti e designer.