Fantin è sempre Uno
Storia di un geniale sistema di scaffalature metalliche che, rimanendo sempre lo stesso, nel corso di cinquant’anni è diventato anche un mobile d’arredo.
Spesso il vero design nasce da un’intuizione e quella alla base del sistema di scaffalature Uno di Fantin, oggi giunto al mezzo secolo, e che ripercorreremo, è stata la combinazione intelligente di ganci in lamiera stampata, ripiani solidi e montanti in tubolare a sezione quadrata.
Creato nel 1973 da Dorino e Ferruccio Fantin, co-fondatori nel 1968 dell’omonima azienda in quel di Bannia di Fiume Veneto, nel cuore di una delle più importanti aree industriali italiane ed europee, il sistema si è subito rivelato vincente. Così anche se originariamente pensato come scaffale industriale, per archivi e magazzini, nel corso degli anni è stato utilizzato in altri ambienti, fino a guadagnarsi spazio nella casa, in ufficio, nel mondo retail e negli spazi espositivi. Merito della sua facile smontabilità e riadattabilità in differenti configurazioni senza l’utilizzo di viti o bulloni di fissaggio, l’introduzione negli anni di svariati accessori e la possibilità di cambiare d’abito con una ricca palette di finiture.

La svolta dei ganci
All’epoca in azienda lo chiamavano semplicemente lo “scaffale a ganci” proprio per riportare all’idea iniziale. Come tipologia andava a sostituire i classici scaffali in legno, ancora molto diffusi cinquant’anni fa, con qualcosa di robusto, con portate maggiori, facilità e velocità di montaggio. Questi ultimi e importanti requisiti furono soddisfatti con un gancio pratico e discreto che è diventato il fulcro del progetto, sostituendosi agli scaffali a bulloni con cui si doveva armeggiare spesso con non poca fatica.
Dopo mesi di prove ci sono finalmente riuscito – dichiara Dorino Fantin – inizialmente con un gancio che era fatto in due pezzi, e poi con uno intero, come è ancora adesso, con due alette laterali a cui poter agganciare due ripiani contemporaneamente.
E prosegue spiegando:
Dopo il gancio, è stato il turno del montante: dal classico profilo aperto al tubolare chiuso, un’evoluzione che era già di per sé una novità. A rendere il tutto ancora più efficace, anche il fatto che il nostro gancio avesse due punti di ancoraggio e non uno, con un conseguente ulteriore aumento della portata e della resistenza della struttura.
La luce, come accessorio, per l’anniversario

In pratica, il fulcro del sistema è la combinazione di ganci in lamiera stampata, ripiani e montanti in tubolare a sezione quadrata 30 x 30 mm. Lungo il lato interno dei montanti, si rincorrono ogni 5 cm i caratteristici fori punzonati, che servono ad ancorare i ganci sui quali sono poi fissati ad incastro i ripiani. Questa soluzione rende i montanti più resistenti alla torsione e alla flessione rispetto ai comuni profilati. Ciascun gancio si alloggia su due forature e può sostenere in sicurezza fino a due ripiani consecutivi, abbracciando il montante e rinforzando ulteriormente l’intera struttura.
Lo storico sistema per i suoi 50 anni si completa, andando oltre agli svariati accessori introdotti negli anni – come ante, appendiabiti, portatende, portabicchieri, ripiani inclinati – inglobando la luce, rinnovandosi ulteriormente. Integrata sotto i ripiani, grazie a barre Led liberamente agganciabili tramite calamite, permette di valorizzare ogni composizione ed esaltare così gli oggetti in essa custoditi. E a luce spenta, l’unico elemento che svela l’illuminazione è il filo elettrico volutamente lasciato libero e in vista.
Il metallo come core businness
In Fantin, oggi realtà specializzata nella produzione di arredi e soluzioni in metallo, ogni anno si lanciano prodotti nuovi usando sempre lo stesso metodo, ovvero ridurre il numero dei bulloni e impiegando metallo al 100% riciclabile. Il concetto visto per Uno vale per gli altri prodotti, come gli armadi che si montano con quattro viti (i modelli Classic ad esempio) perché l’ossessione di Fantin è ridurre al massimo l’uso della minuteria. L’intero ciclo produttivo va dalle materie prime alle lavorazioni, fino alla verniciatura a polveri e al montaggio all’imballaggio per la spedizione. In una gestione flessibile che soddisfa sia la richiesta del singolo prodotto sia le più complesse attività legate al contract.
Le varie fasi produttive comprendono il taglio della lamiera e dei tubolari, la piegatura, facilitate dalle macchine a controllo numerico ed eseguite anche in automatico. Ma rimangono l’assemblaggio, la saldatura e puntatura, le fasi che conferiscono il vero valore aggiunto al prodotto: da lì nasce tutto, e da un tubo e da una lamiera si origina uno scaffale, un tavolo o un armadio.
Nella fase di saldatura e puntatura – sentenzia Dorino Fantin – è dove abbiamo fatto davvero la differenza, e continuiamo a farla. Curare meglio la saldatura, renderla impercettibile, come per le carrozzerie delle macchine. Questo è il lavoro che abbiamo fatto negli anni e che ha portato un prodotto prima destinato al garage o al magazzino nel mondo dell’arredamento di interni.
Flessibilità del sistema
I suoi fondatori non si aspettavano certo che il sistema andasse a finire dove è poi effettivamente andato, nelle case e negli showroom dove è usato come un elemento espositivo.
Ogni elemento del sistema Uno è caratterizzato infatti da un design lineare, ripiani compresi, progettati per non lasciare fessure, garantendo livelli continui tra le varie campate. Queste attenzioni lo rendono un arredo d’impronta minimale, in grado di inserirsi con eleganza in un interno domestico. Anche in virtù del colore, e dell’introduzione di una finitura goffrata, leggermente ruvida, che maschera ulteriormente la saldatura e lo rende apprezzabile anche dal punto di vista materico e tattile.
Inoltre, grazie ai rinforzi ad omega, i ripiani hanno una notevole capacità di carico, prerogativa imprescindibile fin dal 1973, fatto che combinato alla sua estesa modularità (5 altezze per 16 varianti di ripiani) permette composizioni potenzialmente infinite, grazie alla possibilità di connettere stabilmente più unità di varie dimensioni rendendolo interessante, ad esempio, anche per l’allestimento degli archivi.















