Afri-Plastics Challenge, la bioplastica ricavata da piante acquatiche invasive è il progetto rivoluzionario

Autore:
Tiziana Morganti
  • Giornalista
Tempo di lettura: 4 minuti

Il governo canadese e l’impresa sociale Challenge Works hanno annunciato i vincitori della loro Afri-Plastics Challenge, un acceleratore per le aziende dell’Africa subsahariana che stanno lavorando per porre fine all’inquinamento da plastica.

Una plastica realizzata con piante acquatiche infestanti.
Photo by Afri-Plastics Challenge

Il montepremi di 4,1 milioni di sterline del concorso è stato suddiviso tra nove progetti vincitori, tra cui un abbonamento per pannolini riutilizzabili dal Ruanda e un’azienda keniota che produce spazzole per piatti con fibre di cocco scartate.

Undici milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’oceano ogni anno – ha dichiarato l’amministratore delegato di Challenge Works, Tris Dyson – I vincitori dell’Afri-Plastics Challenge stanno ponendo l’innovazione africana al centro della soluzione di questo problema globale.

Lanciato nel luglio 2021, il programma ha ricevuto più di mille proposte che sono state ridotte a una rosa di 40 progetti più promettenti, il 60% dei quali guidati da donne.

I finalisti, insieme agli altri 31 selezionati, avevano già ricevuto 4,8 milioni di sterline di finanziamento iniziale, sovvenzioni e sostegno per tutta la durata del concorso.

Green Industry Plast

Uno dei progetti che ha vinto la Challenge.
Photo by Afri-Plastics Challenge

La parte più consistente del montepremi, pari a 1 milione di sterline, è andata a Green Industry Plast. Si tratta di un’iniziativa che ha creato contenitori per le donazioni in plastica in tutto il Togo. Oltre a questo, poi, ha formato i giovani che hanno abbandonato gli studi e le donne per smistare e riciclare i rifiuti per produrre materiali da costruzione. Come funziona il loro progetto? Molto semplicemente, una volta sciolta, la plastica viene mescolata con sabbia e fusa in stampi per creare mattoni e pietre da pavimentazione per la comunità locale.

Il concetto di Ecopave è un’innovazione progettata per conquistare le menti delle persone comuni e convincerle a fare scelte più sostenibili nei materiali che utilizzano e nel modo in cui smaltiscono la plastica,

ha affermato Gado Bemah, CEO dell’azienda.

Chemolex e i giacinti invasivi

Plastica realizzata con giacinti invasivi.
Photo by Afri-Plastics Challenge

Altre 750.000 sterline sono state assegnate alla società keniota Chemolex, che ha sviluppato una bioplastica ricavata da giacinti d’acqua invasivi che ricoprono il Lago Vittoria.

Il materiale biopattico fornisce un’alternativa alla plastica a base fossile. E, al tempo stesso, garantisce un incentivo economico per la rimozione delle specie invasive che provocano il caos nell’ecosistema locale.

La società keniota EcoCoCo, che ha portato a casa 250.000 sterline, ha adottato un approccio diverso. In sostanza si è concentrata sulla ricerca di un sostituto privo di plastica per le tradizionali spazzole e spugnette abrasive. A prezzi competitivi e biodegradabili, i pezzi sono realizzati utilizzando gusci di cocco di scarto per setole. I manici, invece, vengono progettati con scarti di legno provenienti da segherie e carpentieri locali.

Gli strofinacci e le spugne di plastica per i piatti sono all’ordine del giorno nelle case in Africa e sono alcuni dei prodotti più dispendiosi nelle nostre cucine – ha spiegato il responsabile del progetto Ingabo Schneidder – Quando sono in uso, rilasciano minuscole fibre, un tipo di microplastica, che non possono essere filtrate dagli impianti di trattamento delle acque e finiscono nel sistema idrico. E poi c’è il fattore spreco perché vengono sostituite spesso e non sono riciclabili.

Toro Safi e i pannolini riutilizzabili

Pannolini riutilizzabili.
Photo by Afri-Plastics Challenge

Un altro progetto vincente è stato Toto Safi dal Ruanda. Si tratta di un servizio in abbonamento gestito da donne a prezzi accessibili che consegna e pulisce pannolini riutilizzabili.

In questo caso l’obiettivo è quello di ridurre i 7.000 pannolini usa e getta di cui un bambino medio ha bisogno prima che impari a usare il vasino. Oltre a questo, poi, il progetto garantisce un risparmio interessante, andando a limitare sprechi e costi.

Altre idee vincenti includono Mega Gas, Ukwenza VR e Baus Taka Enterprise dal Kenya, Chanja Datti dalla Nigeria e Catharina Natang dal Camerun.