Quando si può accendere il riscaldamento a Milano? L’inverno 2025/2026 è alle porte
Quando si potranno accendere i termosifoni a Milano per proteggersi dal freddo incombente dell’inverno 2025/2026? A quale zona climatica appartiene? Cosa dice la normativa italiana. Deroghe del Sindaco: in quali casi.

La stagione fredda è alle porte, anche se da qualche parte nel Nord Italia e nelle zone di montagna le temperature cominciano ad essere basse al mattino e in nottata.
E in previsione di un inverno che rischia di essere freddo per le temperature e bollente per le fatture del gas, diventa fondamentale sapere quando è il giorno esatto di accensione del termosifone.
La domanda è secca: quando si possono spegnere i caloriferi a Milano ( e non solo)?
Vediamo quale regolamento deve rispettare la città della Madonnina.
Milano: quando si potrà accendere la caldaia?

L’accensione dei riscaldamenti centralizzati (come sono quelli condominiali) deve sottostare alla normativa italiana che divide l’Italia in 6 diverse zone climatiche, indicate con le lettere che vanno dalla A (più calda) alla F (più fredda).
In base quindi al clima medio di ciascun comune e provincia, si può tenere accesa la caldaia (spegnendola ovviamente se la temperatura si alza).
Milano è inserita nella zona E, una delle più fredde. Dopo un paio di inverni particolari, dovuti alla crisi del gas che ha fatto rinviare l’accensione, la prima data utile per girare la manopola su ON è il 15 ottobre 2025.
A quale zona climatica appartiene Milano?
Non solo Milano avrà come prima data utile per l’accensione del riscaldamento il prossimo 15 ottobre 2025. Il capoluogo lombardo appartiene infatti alla Zona E, la penultima per intensità del freddo e gli fanno buona compagnia i seguenti capoluoghi e relative province: Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna.
Cosa succede se si accende prima la caldaia

Il termine indicato nella normativa che, ricordiamo, è a carattere nazionale, lascia in capo ai sindaci dei comuni la possibilità di ampliare la durata ed il periodo di accensione qualora sussistano le condizioni meteorologiche di brutto tempo che rendano necessario avere i termosifoni in casa caldi
Una volta deciso di consentire l’accensione, in passato i primi cittadini davano prontamente comunicazione mediante delibera che renda chiaro il fatto che si può far andare ancora i caloriferi di casa.
Sanzioni
Sull’argomento rimangono ancora molti dubbi, in quanto è lasciato alla polizia locale il compito di effettuare controlli a campione negli uffici, condomini ed abitazioni. Il proprietario, l’affittuario, l’amministratore del condominio o eventuale soggetto terzo responsabile dell’immobile che non provvedono a mantenere in esercizio gli impianti oltre a non effettuare le operazioni di controllo e manutenzione, possono essere puniti con una sanzione amministrativa che parte da un minimo di 500 euro fino a 3.000 euro.