Zava Luce: lampade e illuminazione, l’intervista a Franco Zavarise

Zava Luce propone lampade multifunzione indoor e outdoor di grande flessibilità e libertà d’uso. Per parlare di illuminazione e design abbiamo incontrato ed intervistato Franco Zavarise, titolare dell’azienda.

Zava Luce

Su quali valori si fondano l’identità e la filosofia produttiva di Zava?

“I nostri valori affondano le radici nella grande tradizione manifatturiera del nostro territorio e sono visceralmente legati al rispetto, la cura e la conservazione di quell’ambiente naturale unico in cui ha sede la nostra azienda. Il rispetto è dunque sopra ogni cosa il nostro valore guida, quello che da sempre ci permette come azienda di coniugare tradizione e innovazione.”

Ma ci sono anche altri valori che guidano la vostra storia aziendale, quali sono, ce li racconta?

Zava Luce

“Come dicevo prima, il rispetto e, primariamente, il rispetto per la natura e per le persone. Nel rispetto della natura abbiamo infatti realizzato, in tempi in cui non c’era grande sensibilità per l’ambiente, il nuovo stabilimento produttivo Zava inaugurato nel 2010. La nostra idea era poter creare prodotti nel più profondo rispetto per l’ambiente e per la qualità del lavoro, un’azienda-laboratorio costruito secondo i più innovativi criteri di eco-sostenibilità, di risparmio e di autosufficienza energetica, attraverso la predisposizione di pannelli fotovoltaici e nell’autoproduzione e nel riciclo dell’energia termica. Riteniamo quanto fatto essere coerente con le nostre idee.”

In che modo si sta evolvendo, oggi, a suo avviso il settore del design, vista la pandemia di Covid-19, che ci ha fatto riscoprire l’importanza della casa durante il lockdown?

“L’evoluzione del design, a mio parere, è iniziato molto prima del covid 19. Subito dopo la crisi finanziaria, dal 2010 in poi. Credo questo sia il periodo in cui gran parte della gente ha colto il piacere di circondare la propria vita di cose belle ma anche efficienti e funzionali. Dopo la pandemia e la funzione svolta dalla casa come microcosmo che ingloba tante funzioni e attività differenti, penso che il design è chiamato a progettare in modo più consapevole, con maggiore attenzione anche alla flessibilità dei prodotti, alle loro possibilità multiuso in ambienti e contesti diversi della casa. Un design sistemico e circolare che ponga al centro la durata, la qualità del prodotto e la sua assoluta possibilità di essere reinventato e riutilizzato.”

Dopo la pandemia e il lockdown, quali sono le sfide che dovranno affrontare le aziende che producono design?

“La sfida più grande sarà quella di riuscire a conservare la manualità del saper fare, la preziosa tradizione di ogni territorio italiano, ereditato da una lunga storia e che non vedo assolutamente in contrasto con la tecnologia e la digitalizzazione. La mano sapiente dell’uomo farà sempre la differenza. E questo ci permetterà di rispondere in modo ancora più puntuale alle richieste di personalizzazione e unicità che il pubblico richiede.”

Come sarà la casa del futuro secondo Zava?

Zava Luce

“La casa è il nostro rifugio. Il futuro delle case dipenderà dalla serenità delle persone. Durante la pandemia la vita in casa è stata una costrizione. Personalmente vorrei poter trasmettere un concetto di abitazione che va oltre ai muri domestici. Non a caso da 2 anni stiamo sviluppando un progetto di modulo abitativo, totalmente basato sulla semplice funzionalità, sicuramente con le innovazioni, ma priva di automazioni date dalle tecnologie ormai esasperate. Tornare un pochino alle origini, per poter assaporare con piacere la vita domestica e non. Il nostro progetto non si ferma al vivere la casa, va oltre, e si propone di condividere gli spazi con la natura. Gli spazi interni avranno una loro armonia, mentre la forma stessa dell’abitazione e le finiture sono in armonia con gli spazi esterni. Ma non si tratta solo di integrazione con l’ambiente circostante, è un tentativo di ritrovare l’equilibrio primario tra uomo e natura.”

Ci racconta gli ultimi progetti a cui state lavorando?

Zava Luce

“Stiamo lavorando sulle forme delle luci, considerate “tecniche”. Cerchiamo, per quanto ci sia possibile, di renderle più armoniose e compatibili con gli ambienti domestici, oltre che efficienti in contesti di accoglienza professionale. Ma continua anche la proficua collaborazione con i designer. L’ultimo progetto in termini di tempo è quello con Lorenzo Palmeri con il quale stiamo mettendo a punto una nuova lampada, basata su una leggerezza formale tale da riflettere in modo sofisticato la luce all’interno di un ambiente.”

Qual è la “cosa” più contemporanea, forte e promettente che si sta manifestando a suo avviso sulla scena del design contemporaneo?

“Sicuramente il pregio delle finiture e dei materiali. Da ricercare e da sviluppare sempre nell’ottica di responsabilità e cura verso l’ambiente. E’ una grande sfida che noi di Zava, nel nostro piccolo cerchiamo di raccogliere: la filiera produttiva di Zava è all’insegna di scelte etiche e ambientali importanti con processi di lavorazione del metallo (nostro materiale d’elezione) che non contemplano l’uso di sostanze tossiche o acide. E si va oltre, fin nei più piccoli dettagli; i packaging dei nostri articoli sono realizzati al 100% con materiali riciclabili, di cui il 98% completamente biodegradabili: carta, cartone e paglia.”

Una domanda che è anche un po’ una provocazione, esiste ancora uno stile italiano nel design?

Zava Luce

“Sono ottimista e dico di sì. Viviamo circondati dal bello, la natura e la storia nel nostro paese esprimono un gusto ineguagliabile che abbiamo sempre saputo sintetizzare in prodotti che hanno parlato a generazioni e paesi differenti. Credo che abbiamo tutt’oggi questa capacità, che si sta rinnovando e arricchendo di confronti con il mondo. D’altronde anche la capacità di leggere altre tradizioni e culture ci appartiene.”

Cosa significa per voi il concetto di Made in Italy?

“Mi ripeto, ma made in Italy per me significa non solo realizzato in Italia, ma la capacità di attingere ad una secolare tradizione di saperi artigianali e coniugarli con la tecnologia.”