Pellet: quale scegliere e acquistare?

Quale pellet scegliere e come acquistare il migliore pellet per la propria stufa? Tipologie, qualità, potere calorifico, i consigli per l’utilizzo e la conservazione dei pellets. Quando acquistarlo a prezzo più basso e perché.

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Scegliere il miglior pellet da utilizzare per alimentare la stufa di casa non è una scelta banale e districarsi tra le diverse offerte può portare ad un acquisto che non è così vantaggioso come sembrerebbe valutando solo il prezzo migliore del prodotto.

Acquistare un prodotto conforme alla legge garantisce la miglior resa in termini di calore ed assicura da una parte il rispetto dell’ambiente, dall’altra l’assenza di colle e resine non sicure in fase di combustione.

Cos’è il pellet

Il pellet si ottiene comprimendo la segatura del legno mediante una lavorazione meccanica.

In questo modo si tratta di un prodotto ecologico al 100% perché gli scarti del legno vengono riutilizzati per produrre calore.

Le stufe a pellet sono l’ideale per riscaldare qualsiasi tipo di ambiente, dalle piccole abitazioni alle grandi ville, e vengono scelte a seconda dei mq. Non solo, vengono spesso scelte anche per riscaldare ristoranti, fabbriche e ambienti pubblici.

Il momento migliore per acquistare il pellet è il periodo compreso fra aprile e settembre, quando sono diversi negozi e grandi magazzini vendono il pellet con offerte speciali per liberare spazi per l’acquisto di nuove merci.

Pellet: quale scegliere?

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Per valutare qual è il migliore tipo di pellet per la propria stufa dobbiamo conoscere le caratteristiche principali di questo combustibile:

  • Provenienza.
  • Legname.
  • Colore.
  • Potere calorifico.
  • Residuo di cenere.
  • Segatura nel cassetto.

Provenienza del pellet

Innanzitutto occorre smentire il luogo comune che la provenienza geografica del pellet condizioni la qualità del prodotto.

Non è tanto la provenienza del pellet quanto la tipologia del legno utilizzato ed il processo di pressatura a garantire un prodotto di alta qualità.

La provenienza serve piuttosto per fini di sicurezza. Infatti è bene verificare le certificazione del pellet che devono rispettare la conformità alle classi di qualità A1 e A2 EN PLUS indicate nelle norme UNI EN 14961-2 per il pellet e UNI EN 14961- 4 per il cippato, atte a dimostrare il superamento di test di qualità e ne attestano la provenienza.

Altre certificazioni sono:

  • Din Plus: dell’istituto di certificazione tedesco.
  • ÖNORM M7135: dell’ istituto di certificazione austriaco.
  • Pellet Gold: attestazione di qualità sviluppato da AIEL.

Tipologia di legno

In genere sono da preferire pellet di faggio o abete che hanno un alto potere calorifico.

In particolare:

  • il pellet di faggio ha una maggiore resa. Di contro consuma di più e produce maggiori residui di cenere;
  • il pellet di abete ha una resa leggermente inferiore al faggio, ma comunque valori importanti. Ha come pro il minore consumo e la minore produzione di cenere rispetto al faggio.
  • confezioni di pellet misti consentono di avere pellet misti faggio-abete, permettono di godere dei vantaggi di entrambi ossia velocità di accensione, durata del pellet, calore sviluppato.

Lavorazione del pellet

I pellet si ottengono da segatura o cippato, essiccati, e quindi pressati per l’ottenimento di cilindretti da utilizzare come combustibile. Più la segatura viene pressata, più il pellet ha potere calorifico a parità di tipologia di legname utilizzato. La lavorazione di segatura priva di scorie, colle e pitture garantisce un prodotto sicuro, mentre una pressatura maggiore porta alla produzione di pellet di alta qualità.

Colore del pellet

Il colore del pellet, chiaro per quello d’abete e scuro per il faggio, non è un elemento determinante, ma vi servirà per riconoscere la la tipologia del prodotto, non per sapere se avrà un maggiore o minore potere riscaldante.

Potere calorifero del pellet

Il potere calorifico viene indicato direttamente sulle confezioni di pellet: bisogna scegliere quei prodotti che riportano come valore circa 4.700 – 5.000 calorie, indicato anche come 4,7-5,0 kWh/kg. con un valore idrico che mediamente oscilla tra il 6% e l’8%.

Valori superiori potrebbero essere fuorvianti perchè indicanti poteri caloriferi allo stato anidro, ossia in totale assenza di acqua. Il potere calorifico deve obbligatoriamente essere misurato per quello specifico pellet con il suo contenuto idrico.

Residuo di cenere del pellet

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Il residuo di cenere è un fattore correlato al potere calorifico e determina quanto il pellet sporcherà la stufa.

Tale valore deve essere inferiore all’1.2% per il riscaldamento domestico e viene classificato con le sigle A1 fino allo 0,7% di residuo ed A2 fino ad 1,2%.

La classe B, meno qualitativa indica un concentrato di ceneri del 3,5% che indica un prodotto che sporca maggiormente in fase di combustione e costringe a una manutenzioni più frequenti.

Un intasamento del braciere porta a problemi di riaccensione e qualità della combustione e quindi crea meno calore.

Un pellet di scarsa qualità permette una maggiore produzione di creosoto, una sostanza simile al petrolio che si attacca alle pareti della stufa riducendo ulteriormente la qualità della combustione e quindi della produzione di energia termica.

Segatura nel sacchetto

La quantità di segatura nel sacchetto indica invece quanto il pellet tenderà a sfaldarsi nel momento in cui viene utilizzato.

Più alto il valore, maggiore sarà la sporco che rimarrà all’interno della stufa al termine del processo.

Un pellet che si sfalda è indice di scarsa qualità o dell’uso di sostanze chimiche in fase di pressatura.

I cilindri di pellet non dovrebbero superare i 30 millimetri di lunghezza, essere lisci e restare compatti anche se immersi in acqua.

Un pellet che si sfalda darà luogo ad una minore produzione di calore, ad un consumo più veloce ed alla necessità di pulire più spesso la stufa.

Pellet: consigli per l’acquisto

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Per evitare d’incorrere in un pessimo acquisto che potrebbe arrecare danni alla vostra stufa, il miglior consiglio è leggere sempre prima l’etichetta.

Potere calorifero e contenuto idrico

Oltre a trovare indicato il potere calorifico del pellet, possiamo trovare utili indicazioni come il residuo di ceneri ed il contenuto idrico.

In Italia, sebbene non esista una norma che imponga l’obbligo di certificazione, molti produttori preferiscono sottoporre il pellet a test di qualità, indicata sulle confezioni con le specifiche DIN 51731 (o O-NORM M7135). Tale dicitura conferma l’idoneità del pellet per le stufe domestiche.

Dimensioni del pellet

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Fate attenzione alle dimensioni del singolo pellet, che deve avere un diametro compreso tra i 4 ed i 10 mm mentre la lunghezza deve essere inferiore a 50 mm.

Prezzo migliore d’acquisto dei pellet

Generalmente in commercio una confezione, contenente 15 kg circa di pellet, ha un costo variabile tra  €3 e  €5. Bisogna fare molta cura anche al luogo dove viene conservato.

Dopo l’uso riponetelo in un locale chiuso ed al riparo dell’umidità. Qualora infatti ne assorba troppa, la sua resa diminuisce in maniera consistente.

Periodo migliore per l’acquisto del pellet

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Il periodo migliore per l’acquisto di grossi quantitativi di pellet è sicuramente la primavera e l’estate: il prezzo medio è compreso fra €3,60 – 4 a sacco.

Nei periodi invernali invece, un sacco può venire a costare molto di più,  4,80 – 5,50 euro a confezione.

Meglio gas metano o pellet?

Il pellet consente un risparmio di circa il 20% rispetto al metano.

Basti considerare che con un Kg di pellet è possibile alimentare una stufa per circa un’ora e che un sacco da 15 kg ha un’autonomia per un consumo orario tradizionale di circa due o tre giorni.

In genere per riscaldare una casa di 100 metri quadri nella stagione invernale occorrono circa 70 sacchi.

Pellet nocivi: attenzione!

Diffidate di chi vende pellet in sacchi anonimi e senza l’indicazione del produttore: potrebbero contenere scarti di lavorazioni, parti di mobili od altro materiale nocivo per l’ambiente nonché possibile causa di danni per la vostra stufa.

Foto: migliori pellet