Ma.Vi.: i nuovi scenari della tradizione ceramica di Vietri
La bella storia di un’azienda campana che custodisce l’antica tradizione ceramica vietrese e napoletana, aprendosi a nuove collaborazioni con designer, architetti e giovani talenti.

Spesso sono le aziende più piccole, a conduzione familiare, a custodire con maggiore autenticità le tradizioni e, al tempo stesso, a guardare con coraggio al futuro. Lo sa bene Ma.Vi. Ceramica, attiva da oltre quarant’anni nella produzione artigianale di piastrelle e oggetti in ceramica interamente realizzati a mano. Con sede a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno – una delle città riconosciute dall’AICC (Associazione Italiana Città della Ceramica) – l’azienda porta avanti con orgoglio la tradizione locale, seguendo tecniche hand made che garantiscono qualità e controllo in ogni fase del processo produttivo.
All’inizio la produzione era fortemente radicata nella tradizione vietrese e napoletana, con un’attenzione particolare ai decori classici e alle tecniche artigianali. Dopo pochi anni, Ma.Vi. ha iniziato un percorso di apertura e confronto con architetti e designer, che ha portato a nuove forme di ricerca e di linguaggio. Nel 2020, grazie alla collaborazione con Daniela Della Porta e Clara Nardiello, è nata la collezione Alfabetile, selezionata dall’ADI Design Index 2020 e pubblicata su numerose riviste di settore. Un alfabeto su piastrelle disegnato ispirandosi ai codici visivi della scuola tedesca e pennellato a mano per creare il giusto connubio tra la tradizione di Cava de Tirreni, in cui l’azienda s’innesta e la cultura mitteleuropea alla quale la collezione strizza l’occhio. Da allora l’azienda ha ampliato la propria presenza a fiere come il Cersaie e a molti eventi dedicati al design contemporaneo, racconta Luigi Ferrara, socio dell’azienda.
Tradizione mediterranea e contaminazione culturale

C’è un indiscutibile legame con il territorio campano, parte integrante dell’identità aziendale.
La ceramica vietrese nasce a Vietri sul Mare e si è poi estesa a Cava de’ Tirreni, dove oggi ha sede Ma.Vi., area storicamente votata alla produzione di piastrelle. Siamo tra le aziende che hanno saputo rappresentare la tradizione locale e continuiamo a utilizzare le stesse tecniche e materiali artigianali, reinterpretandoli in chiave contemporanea. Le nostre collezioni raccontano sempre le radici mediterranee, anche quando esplorano linguaggi e contesti nuovi, aggiunge Ferrara.
Oggi, la ceramica vietrese ha infatti la capacità di raccontare un luogo e di definire spazi e identità. In un’epoca segnata dalla massificazione dei prodotti, è ancora capace di esprimere unicità, artigianalità e personalità.
Crediamo che il suo futuro risieda proprio qui: nella ricerca continua, nella contaminazione culturale e nella capacità di coniugare tradizione e innovazione per esprimere storie autentiche attraverso la materia.

Il design rilegge la tradizione
Un lavoro di ricerca costante, basato sulla sperimentazione di finiture, texture e smalti, per dar vita a superfici sempre più espressive e tattili.
Il dialogo con i designer è per noi una fonte preziosa di contaminazione e crescita: ogni collaborazione diventa un’occasione per spingere la materia verso nuove possibilità espressive. Negli anni, l’azienda ha infatti coinvolto designer e architetti provenienti da diverse aree geografiche, nel segno della contaminazione creativa. La selezione dei progettisti segue un principio chiaro: cerchiamo autori capaci di leggere la tradizione vietrese e reinterpretarla in chiave contemporanea, portando la ceramica oltre i confini mediterranei, dentro un linguaggio internazionale.
Frutto di queste collaborazioni è la collezione Tra Guardare di Ricciardi Mario, presentata al recentissimo Cersaie: una proposta concettuale e materica caratterizzata da un foro tondo passante al centro di ogni piastrella, che consente di leggere la parete di fondo e creare inediti giochi di profondità e colore. Tra le altre proposte, Torricini – firmata dallo studio CALE Gambioli & Partners – rende omaggio al Palazzo Ducale di Urbino attraverso una piastrella in ceramica smaltata dal forte valore simbolico e architettonico. La collezione Strische, nata dalla ricerca di Alessandro Ruga e Carlotta Perissinotto, esplora invece la verticalizzazione del segno in chiave bidimensionale. Calici, di Studiocharlie, nasce dalla stilizzazione estrema della forma del calice, ridotta a un gioco di linee ortogonali che ne preservano l’eleganza primitiva. Infine, Solchi di Rasna Studio si fonda su un affascinante dualismo vista-tatto, declinandosi nelle versioni Grafica e Tattile, mentre Tartan del designer Giuseppe Oliva rilegge il celebre tessuto scozzese in chiave ceramica, giocando su pattern e rilievi cromatici.
Senza dimenticare alcune collezioni storiche, reinterpretate con smalti materici e colori in rilievo, in continuo dialogo tra memoria e innovazione, cifra distintiva del brand.

L’apporto dei giovani
A conferma del suo spirito aperto alle contaminazioni, Ma.Vi. ha realizzato anche un progetto con gli studenti dell’Università Federico II di Napoli, guidati da Daniela Della Porta e dal professore Alfonso Morone. L’iniziativa, nata dal desiderio di confrontarsi con le nuove generazioni e trasmettere saperi, ha riscosso grande successo:
Gli studenti hanno lavorato con passione, dando vita a progetti di grande qualità. Da questo confronto sono nate due collezioni oggi in catalogo Ma.Vi., Ombre e Pausis, firmate dai giovani designer Marialucia Massa, Francesca Pugliese, Marianna Sampietro, racconta l’architetto e art director dell’azienda Daniele Della Porta.
Un’azienda profondamente ancorata alla tradizione territoriale, ma capace di guardare al futuro con curiosità e apertura, trasformando ogni progetto in un delizioso racconto di cultura e materia.
Ma.Vi.: i nuovi scenari della tradizione ceramica di Vietri: foto e immagini.