Bonus ristrutturazione bagno 2023: come fare, cosa sapere

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Bonus ristrutturazione bagno 2023: quali sono i lavori detraibili in dichiarazione dei redditi. Differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria. Ristrutturare il bagno per abbattere le barriere architettoniche. Aliquota 50%. Modalità di pagamento. Beneficiari. Permessi necessari.

Bonus ristrutturazione bagno 2023: come fare, cosa sapere
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Rinnovare il bagno di casa senza dover fare debiti chiedendo prestiti in banca piuttosto che a famigliari ed amici, potendo così affrontare le spese con maggior tranquillità, è possibile anche nel 2023 grazie al Bonus Ristrutturazioni, confermato e prorogato con l’ultima Legge di Bilancio.

Non tutti i lavori inerenti a questa stanza della casa possono ambire alla detrazione fiscale; andiamo allora a conoscere quali costi ed opere rispettano i requisiti utili oltre a conoscere la modalità per il pagamento delle fatture ricevute e la conservazione dei documenti necessari in caso di controlli futuri da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Bonus ristrutturazione bagno 2023: lavori ammessi

Bonus ristrutturazione bagno 2023: come fare, cosa sapere
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La ristrutturazione del bagno è una materia molto ampia, tanto che occorre indicare con precisione le opere che determinano il diritto alla detrazione al momento della dichiarazione dei redditi.

In termini generali, i lavori che sono ammessi a godere delle agevolazioni fiscali, come indicato dal Decreto Ristrutturazioni, sono precisamente:

  • gli interventi di manutenzione straordinaria delle singole unità immobiliari
  • la manutenzione ordinaria delle parti comuni di edifici residenziali
  • gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche, solo per ascensori e montacarichi. La realizzazione di bagni per disabili rientrano in questa categoria solo se vengono eseguite opere murarie o modificati gli impianti
  • la ricostruzione nelle zone soggette a calamità naturali (terremoti, alluvioni) purché sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

Con riferimento alla materia specifica del bagno, si possono portare in detrazione i lavori che riguardano:

  • opere di rinnovamento
  • messa a norma
  • rifacimento dell’impianto idrico-sanitario.

Le categorie di lavori indicate rivestono hanno infatti il carattere della straordinaria manutenzione.

La sola sostituzione dei sanitari non permette di sfruttare la detrazione in quanto si tratta di un’opera di manutenzione ordinaria che non apporta alcun miglioramento se non dal punto di vista puramente estetico.

Tuttavia, se la sostituzione dei sanitari rientra nell’ambito di interventi di rinnovamento degli impianti, le spese sostenute possono rientrare nell’ammontare delle spese detraibili.

Vale la pena sottolineare l’importanza che esiste anche un’apposita agevolazione che consente di detrarre le spese sostenute per l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche quando nell’abitazione non siano persone disabili o con gravi problemi di deambulazione.

Provvedere con una serie di lavori di muratura, come la modifica della porta d’ingresso e la sostituzione dei sanitari con modelli rialzati, oltre alla predisposizione della vasca da bagno per facilitarne l’accesso, consente di portare in detrazione i costi sostenuti nella dichiarazione dei redditi.

Bonus ristrutturazione bagno 2023: aliquota 50%

L’agevolazione fiscale concessa a chi effettua lavori di ristrutturazione del bagno consiste nella detrazione IRPEF del 50% del costo sostenuto fino ad un massimo di €96.000 di importo totale.

Ovvero, si può detrarre in dichiarazione dei redditi fino ad un massimo di €48.000 (50% di 96.000). La detrazione viene suddivisa in 10 rate annuali di pari importo.

Per chiarire meglio le idee, ecco un esempio. Se la spesa complessivamente sostenuta per rifare il bagno è pari a €8000, avrete ogni anno in detrazione €400 per 10 anni (€4000 è pari al 50% del totale speso, ovvero €8000).

La detrazione consiste in un rimborso, al momento della dichiarazione dei redditi, di quanto versato allo Stato per l’IRPEF. Attenzione quindi a non fare confusione.

Il diritto alla detrazione è fino a capienza IRPEF: se un contribuente ha capienza pari ad € 8.500 (ovvero quanto da versare allo Stato), a fronte di una rata annuale di € 9.600 per lavori realizzati, ottiene un rimborso massimo pari a € 8.500.

La quota eccedente viene persa e non esiste alcuna altra forma di rimborso e nemmeno si può rinviare la quota in eccesso all’anno successivo.

Il bonus ristrutturazione bagno è cumulabile con il Bonus Mobili 2023.

Come pagare i lavori

Bonus ristrutturazione bagno 2023: come fare, cosa sapere
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Requisito importante è che i pagamenti vengano effettuati in modo che siano tracciati, ovvero mediante un bonifico parlante, postale o bancario, sul quale risultano:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento
  • numero e data della fattura (per ciascun lavoro relativo ovviamente)

Sono escluse dunque possibilità di pagare i lavori mediante altre modalità quali:

  • assegno
  • carte di credito e/o ricaricabili
  • bancomat
  • contanti.

Beneficiari

Ad essere ammessi al beneficio fiscale della detrazione sono i proprietari dell’immobile e coloro che hanno il diritto di godimento o la nuda proprietà.

Più precisamente, sono:

  • Proprietario dell’immobile
  • Nudo proprietario
  • Chi gode di un diritto reale di godimento come l’usufrutto
  • Inquilino in affitto
  • Chi ha l’immobile in comodato
  • Imprese
  • Chi usa l’immobile per l’esercizio dell’attività professionale
  • Associazioni tra professionisti
  • Enti pubblici/privati che versano l’Ires
  • Case popolari (IACP).

L’agevolazione è ammessa anche per lavori svolti nella seconda/terza casa: dunque per chi ha in procinto di rinnovare l’ambiente bagno dell’abitazione al mare o in montagna, può benissimo approfittare di quest’agevolazione fiscale, confermata anche per l’anno solare 2023.

Permessi da chiedere

Per concludere l’argomento, occupiamoci dei permessi necessari da richiedere o meno prima di attivare i lavori in casa.

Per quanto riguarda il rifacimento del bagno, è sufficiente inoltrare all’Ufficio del Tecnico del Comune dove è situato l’immobile la CILA, ovvero la comunicazione di inizio lavori, una formalità burocratica che non richiede di attendere il nulla osta ad iniziare. In questo modo non si dovrà perdere tempo nell’attesa di una risposta.

Qualora invece si voglia intervenire nel bagno per cambiare i sanitari oppure si debba ricorrere a riparare una tubatura guasta, ovvero  un intervento di manutenzione ordinaria, non è necessario alcun tipo di comunicazione. Ovviamente, in questo secondo caso, si tratta di lavori che non possono essere portati in detrazione.