Superbonus 110: record d’incassi per lo Stato
Il settore delle costruzioni sferra il colpo: 30% di extragettito per lo Stato a fronte di problemi, al momento insormontabili, legati alla cessione del credito.
Siamo abituati a dire cattive notizie quando parliamo di Superbonus 110%, per via delle complicazioni burocratiche, lo stop alla cessione dei crediti piuttosto che alle truffe, a tratti anche comiche, che qualche malfattore è riuscito a perpetrare ai danni dello Stato italiano e quindi della comunità.
Stavolta invece, il semaforo è verde perché la notizia è di quelle soddisfacenti: l’Associazione nazionale dei costruttori (ANCE) ha infatti comunicato, in un rapporto stilato prima del dl Aiuti bis, che il settore delle costruzioni ha contribuito per un importo pari al 30% dell’extragettito fiscale nel primo semestre 2022, determinando così un beneficio per le casse statali stimato in circa €4,2 miliardi.
Nello specifico, il risultato vede 1.374,5 milioni di gettito Iva e 2.845 milioni di Irpef e Iva derivante dai maggiori consumi dei lavoratori occupati nelle opere strettamente collegate al Superbonus. La nota continua che:
se si considerano gli ulteriori effetti positivi derivanti dai contributi previdenziali e assistenziali, nonché le imposte pagate dalle imprese coinvolte nel processo realizzativo, le entrate ascrivibili al Superbonus 110% raggiungono circa 6,4 miliardi.
Un paradosso quindi, come rilevato dalla Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), Federica Brancaccio, nel sottolineare che il settore delle costruzioni, nonostante un incredibile extragettito legato al superbonus, sia rimasto vittima delle modifiche della cessione del credito che ha di fatto bloccato il mercato e l’andamento in queste settimane.
Il rapporto dell’Ance dunque mette in evidenza come, oltre la rischio di veder fallire numerose aziende in seguito alla stretta creditizia, altri settori rischiano di seguire a ruota, con gravi ripercussioni sull’andamento dell’economia italiana.