Impianto fotovoltaico: l’installazione in città non sarà più solo sopra i tetti
L’installazione di un impianto fotovoltaico è una delle migliori soluzioni per il risparmio, benché esteticamente poco aggraziata. E se ci fosse un modo alternativo? Come si sta evolvendo questo settore in ambito domestico?

Per chi avverte l’urgenza di ricercare soluzioni alternative poco impattanti sull’ambiente, gli impianti fotovoltaici potrebbero essere la risposta. Questi sono infatti in grado di restituire equilibrio e salubrità al nostro pianeta, ma ugualmente funzionali rispetto alla classica energia elettrica.
C’è sicuramente un concetto al centro di tutto, ovvero “l’energia di prossimità” con cui ci riferiamo al consumo di energia nei pressi di dove la si produce. Quest’idea fa sempre più riferimento all’impiego di energia solare fotovoltaica che però va ottimizzata, al fine di poter garantire una copertura a livello urbanistico totale.
Ad oggi, le soluzioni individuate e considerate, adatte per risolvere problematiche come spazio a disposizione, punti urbanistici più adatti e caratteristiche ottimali relative all’impianto di riferimento, sono date dalle cosiddette “infrastrutture arancioni”, dall’agrivoltaico periurbano e dall’innovativo “Energy park”.
Chiaramente queste strutture, per poter essere utilizzate al meglio, dovrebbero essere fruibili dall’intera comunità e quindi sembrerebbe opportuno e necessario impiegare parti della città come parchi, spazi comuni e orti urbani.
Impianto fotovoltaico: integrare le infrastrutture

Come spiegato dagli esperti, ben presto dovremmo iniziare ad adattarci alla presenza di impianti fotovoltaici che saranno presenti in tante altre zone delle nostre città visto che i soli tetti delle case non saranno più sufficienti.
È proprio per questo che sarà fondamentale integrare non solo gli impianti ma anche cabine e impianti di storage nel suolo urbano. Tutte queste componenti andranno ad occupare l’intero tessuto urbano dando, vita appunto alle cosiddette “infrastrutture arancioni” che ottimizzeranno l’impiego del territorio, assieme a quelle verdi e blu fondamentali per il raffrescamento e la permeabilità delle città. Si prevede quindi una produzione più alta di cabine primarie e secondarie, tali da non poterle più nascondere o renderle poco visibili. Ad esempio, in alcuni comuni dell’Emilia-Romagna, si sta già provvedendo ad introdurre nelle diverse aree urbane questo tipo di struttura.
Un’altra opzione perfettamente funzionale sarebbe poi il cosiddetto “agrivoltaico periurbano”, che apporterebbe un minore impatto paesaggistico visto che molto spesso, al di fuori delle nostre città, ci sono zone industriali totalmente abbandonate. Queste, con la loro introduzione, non verrebbero in alcun modo danneggiate o compromesse strutturalmente ed esteticamente. Si tratterebbe anzi proprio di arricchire la cintura periurbana delle nostre città, provvedendo ulteriormente alla produzione di energia e di cibo e valorizzando così proprio quelle aree marginali totalmente abbandonate e dimenticate.
Dobbiamo inoltre considerare che, nelle aree periferiche delle città, spesso ci sono dei piccoli appezzamenti di terreno non più coltivabili. Per evitare che vengano urbanizzati, l’agrivoltaico, potrebbe essere la giusta soluzione di impianto fotovoltaico per sfruttare al meglio tale lotto. Un agrivoltaico, soprattutto se pensato per incrementare relazioni sociali tra cittadini, potrebbe rappresentare un’ottima opportunità per realizzare un orto urbano messo a disposizione di cittadini, giovani, associazioni e simili, contribuendo così anche a rafforzare e a migliorare l’assetto sociale dell’intera città.
L’Energy Park è la nuova frontiera

L’Energy Park rappresenta poi una vera e propria svolta. Consiste in un’infrastruttura verde composta da tre unità specifiche. Il suo insieme si compone quindi di un bosco con un parco urbano, in cui i cittadini potranno dedicarsi ad attività ricreative, una zona dedicata all’agrivoltaico e all’agricoltura di precisione e un’ultima zona progettata per la raccolta dell’acqua piovana.
Questo progetto si basa proprio sull’impiego dell’agrivoltaico in elevazione o avanzato e garantisce un consumo di suolo minore al 10%. I pannelli impiegati sono poi posizionati a circa 4,5 metri di altezza in modo tale da poter utilizzare liberamente le trebbiatrici.
L’energia rinnovabile prodotta grazie a questo impianto, potrebbe essere utile anche per ricaricare le auto elettriche, parcheggiate proprio all’interno di questo ingegnoso parco. L’impianto potrebbe essere adoperato anche per produrre idrogeno con cui alimentare i mezzi di trasporto pubblici.
L’Energy Park, che ci si augura sarà realizzato nei prossimi anni, apparterrà non solo al progetto Hera, che lo ha ideato, ma sarà messo a disposizione anche dei cittadini che in questo modo, acquistando un particolare pannello fotovoltaico da inserire all’interno del parco, consumeranno una minor quantità di energia elettrica, risparmiando quindi sulla bolletta.
In realtà, anche diverse le imprese del territorio potranno acquistare quote dell’Energy Park. In questo modo si potrà ottenere elettricità ad un prezzo più basso rispetto a quello disponibile in media nei mercati attuali.