I vestiti del futuro saranno vivi e si ripareranno da soli: ecco come
Recenti ricerche hanno portato alla produzione di un tessuto capace di autorigenerarsi e ricrescere diventando una potenziale rivoluzione del settore tessile (e non solo).

Il futuro ipertecnologico con il quale spesso ci siamo confrontati solamente con i libri, i fumetti, i film e le serie TV è sempre più vicino a diventare realtà. Non nell’intuizione di qualche scienziato, ma nel lavoro condotto da un team di ricercatori delle università britanniche di Newcastle e Northumbria. Grazie alle fibre di nuova generazione i vestiti potranno essere viventi e autoriparanti con una serie di conseguenza sbalorditive.
Il futuro della moda (e non solo)
Stando alle ricerche condotto da un team di scienziati delle università di Newcastle e Northumbria grazie ad alcune particolari radici di funghi sarà possibile realizzare sottili filamenti con i quali ottenere veri e propri tessuti intelligenti.
Il lavoro è partito dall’analisi del ganoderma lucidum, un fungo dal quale è stato possibile creare delle ife, propriamente dei filamenti ramificati che si intrecciano tra loro dando vita a una struttura, nota con il nome di micelio, che potrebbe essere sfruttata anche nel settore tessile. Diciamo anche perché il micelio è già usato e sperimentato in diversi settori in quanto dotato di proprietà e caratteristiche tali che si pensa possa sostituire sia la plastica che il legno, ma anche la pelle umana.
Adottando un nuovo approccio i ricercatori hanno scoperto che combinando in un liquido il micelio con altri nutrienti sono riusciti a ottenere la crescita di prodotti simili alla pelle, quindi organismi viventi che possono essere essiccate e rimosse. Il materiale sviluppato da questo lavoro sembra essere estremamente promettente per realizzare abiti viventi. Si parla di abiti vivi e in grado di ripararsi da soli perché questo innovativo processo produttivo non uccide le clamidospore, le spore di alcuni funghi. Queste hanno la capacità di poter essere riattivate e, quindi, facendo crescere nuovi filamenti ramificati (le ife) con i quali riparare i danni presenti su quel materiale.
Settore tessile in evoluzione
Grazie alle proprietà funzionali di questi materiali viventi si possono concretamente sperare importanti evoluzioni del settore tessile (e non solo). Si potrà infatti lavorare allo sviluppo e alla produzione di vestiti in grado non solo di ripararsi da solo, ma anche di crescere e adattarsi all’ambiente, potendoli tagliare all’occorrenza e attendere che ricrescano. Sulla stessa maglietta, tanto per fare un semplice esempio, si possono tagliare le maniche in primavera ed estate e attivarne la crescita del tessuto in autunno per utilizzarla anche quando fa freddo.
Una realtà che spalanca le porte a scenari straordinari non solo in termini di fruibilità, ma forse anche e soprattutto in termini di sostenibilità. Si può infatti pensare a un aumento del ciclo di vita di alcuni capi d’abbigliamento, ripensando l’intera filiera produttiva e, trattandosi di organismi viventi e provenienti dal mondo vegetale, con un ridotto impatto sull’ambiente. Un’ecosostenibilità a 360° che anche da questo settore può contribuire a ridurre l’inquinamento proveniente dalle attività industriali.
Al momento il materiale ottenuto è ancora troppo sottile e poco resistente per essere subito utilizzato per la realizzazione di un tessuto per la produzione di un vestito, ma su questo aspetto si può lavorare con diverse tecniche e tecnologie già note che possono consentire di superare questo limite.