Case green, nuovi immobili esonerati: tutte le novità

Autore:
Verdiana Sasso
  • Giornalista

Case green, nuovi immobili esonerati dall’obbligo di ristrutturazione introdotto con la nuova direttiva Ue. Scopriamo tutte le novità, l’elenco degli immobili che potranno essere esentati dalla stretta imposta dall’Unione europea sui livelli minimi di prestazione energetica.

Risparmio energetico
Rosy: Pixabay

L’ultima direttiva europea che riguarda le case green prevede la ristrutturazione di molti immobili e la notizia sta già preoccupando l’Italia che teme il rischio di dover ristrutturare milioni di edifici a un costo molto elevato per consentire alle abitazioni di allinearsi con le nuove regole comunitarie nel 2030.

Anche se la direttiva non è stata approvata in via definitiva, si può iniziare a stilare un elenco di abitazioni esonerate dall’obbligo di ristrutturazione per ottenere un miglioramento energetico adeguato per consentire il passaggio alle classi energetiche richieste dall’Ue.

Direttiva Ue case green, immobili esclusi

Case green
Tumisu: Pixabay

Vediamo nel dettaglio le categorie di immobili che potrebbero essere escluse dalla stretta imposta dall’Unione europea. Tuttavia, tutto potrebbe cambiare in attesa dell’approvazione definitiva del testo.

Gli edifici esonerati potrebbero essere:

  • gli edifici sotto tutela, come gli immobili storici o anche dall’elevato valore architettonico;
  • gli edifici che si trovano all’interno di alcune zone vincolate o protette.
    I vincoli possono essere quelli del Codice dei beni culturali come le zone costiere, i territori vicini a fiumi e laghi e anche parchi e zone di interesse archeologico;
  • gli edifici dei centri storici o delle aree di notevole interesse pubblico.

Potrebbero rientrare anche gli edifici residenziali che vengono usati per meno di quattro mesi l’anno o per un periodo limitato.

Direttiva case green, cosa dice

La cosiddetta direttiva sulle “case green” che fa tanto discutere è un pacchetto di norme proposto dall’Unione Europea per incentivare la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica.

Lo scopo è quello di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.

In sostanza, entro il  01/01/2030 gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere almeno la classe energetica E (consumo energetico superiore a 120 Kwh/mq all’anno) mentre entro il 01/01/2033, almeno la classe di prestazione energetica D (compresi tra 70 e 90 kWh/mq all’anno (1,50/2,00 EPgl).

La situazione in Italia

La situazione immobiliare in Italia dal punto di vista energetico è piuttosto critica. Basta dare un’occhiata ai numeri contenuti nel recente Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici messo a punto da ENEA.

Come evidenziano i dati, più della metà del patrimonio immobiliare nazionale, il 60,4%, appartiene alle classi G ed F. Parliamo di quasi 10 milioni di edifici residenziali che quindi in base alla direttiva europea andrebbero riqualificati energeticamente entro il 2030.