Case green: 10 milioni di cantieri in Italia?

Autore:
Davide Bernasconi
  • Giornalista

Case green: 10 milioni di cantieri da qui al 2033. Questo lo scenario che si prevede con la direttiva europee. La preoccupazione del presidente Antonio Lombardi di Federcepicostruzioni.

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L’età media delle case in Italia è superiore ai 50 anni, ovvero risulta costruita prima del 1970, precisamente il 53,7% mentre ammonta al 31% il numero di edifici realizzati nel periodo (1971-1990) mentre la quota del periodo 1991-2000 è pari 7,4% nel periodo 1991-2000. Rimane appena un risicato 8% di immobili costruiti nell’ultimo ventennio.

I dati giungono da Federcepicostruzioni ed arrivano in un momento storico in cui la direttiva europea appena passata all’Europarlamento pone di fronte alle famiglie italiane ad una situazione scottante, con la necessità dunque di adeguare il proprio patrimonio edilizio.

Evidente secondo la federazione, la necessità di intervenire e la quota totale di case che dovrebbero essere rinnovate ammonta a quasi 10 milioni, esattamente 9,7 milioni, il che richiederebbe un investimento complessivo stimabile in circa 1000 miliardi di euro (fonte Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Istat-Enea).

E’ il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi ad esprimere la sua preoccupazione per la fresca bocciatura del Superbonus:

La direttiva europea dimostra come il Governo italiano sia stato troppo precipitoso e avventato nel sopprimere uno strumento, il Superbonus 110%, che ha attivato investimenti per 68,5 miliardi, consentendo la riqualificazione energetica, con conseguente guadagno di due classi, di 55mila condomini, 221mila edifici unifamiliari e 109mila edifici funzionalmente indipendenti.

Secondo il parere del presidente, è stato proprio lo stop imposto alla super agevolazione ad aver creato i primo problemi, frenando un’occasione importante per rinnovare ed efficientare le abitazioni degli italiani, bloccando di fatto il settore edile che tanto aveva sofferto nei mesi di stop dettati dalla pandemia:

La strada degli interventi di miglioramento della vivibilità interna e della qualità ambientale delle abitazioni deve rimanere una priorità anche per il nostro Paese, che più dei partner europei sconta una forte dipendenza energetica da paesi esteri”.

Tornando ai dati dell’Ufficio Studi, su un complessivo patrimonio immobiliare italiano di circa 12 milioni, sarebbe il 77,9% (vale a dire 9.740.581 edifici) ad essere interessato dalla direttiva europea che impone il raggiungimento almeno della classe energetica D. Ad essere al momento al di sotto degli standard richiesti è il 61% degli immobili (7.622.524), trovandosi addirittura al di sotto della classe E.

E quanto sarebbe l’importo necessario per intervenire nella riqualificazione? I numeri mettono paura. Se si stima il costo medio in 104.500 euro, da oggi al 2033, anno in cui è fissata la scadenza limite, gli investimenti da attuare toccano il ragguardevole importo di circa 1000 miliardi di euro.

Un importo evidentemente insostenibile in mancanza di un’adeguata ed incisiva politica di sostegno da parte dell’Europa.

ha chiosato il presidente Lombardi.