Canone Rai: non lo pagheremo più?
Canone Rai, la Lega propone una riduzione graduale del 20% fino all’azzeramento. Nella bozza presentata in Senato si mira all’eliminazione dell’imposta che deve pagare chiunque sia in possesso di un televisore. Scopriamo le ultime novità.

Nella proposta del partito di Matteo Salvini si legge di una progressiva riduzione del canone Rai con un taglio a cadenza annuale del 20% fino al suo totale azzeramento e anche la ridefinizione “univoca” del concetto di servizio pubblico. Inoltre, si pensa anche a un nuovo canale interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot. Vediamo nel dettaglio cosa contiene la bozza.
Riduzione canone Rai, le ultime novità

La bozza del ddl leghista dal titolo “Modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici in materia di servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riduzione e abolizione del canone di abbonamento e disciplina della società concessionaria del servizio pubblico” è stata presentata in Senato dalla Lega.
In un articolo poi vengono elencate le tipologie di trasmissioni da programmare tra cui quelle
idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l’impegno e i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento ai principi costituzionali.
Perché paghiamo il canone Rai?
Ricordiamo che il canone TV è un’imposta che devono allo Stato tutte le persone in possesso di un apparecchio televisivo ed è quindi esente dal pagamento chi possiede solo un computer o un tablet ma non una TV. Trattandosi di un’imposta pubblica vera e propria, il canone RAI finanzia le casse pubbliche dello Stato e sovvenziona i canali pubblici RAI, telegiornali e radiogiornali e tutte le trasmissioni e progetti di comunicazione di carattere pubblico, attuale e politico. Tuttavia esistono dei requisiti reddituali ed anagrafici che consentono di non pagarlo. Nel dettaglio:
- aver compiuto 75 anni di età entro il termine per il pagamento del canone TV (attualmente il 31 gennaio e 31 luglio di ciascun anno).
- non convivere con altri soggetti, diversi dal coniuge, o dal soggetto unito civilmente, titolari di un reddito proprio, fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti.
- possedere un reddito annuo che, insieme a quello del proprio coniuge (o del soggetto unito civilmente) non sia superiore a 8.000 euro.
Chiunque non rientri in questi requisiti è obbligato a corrispondere il canone RAI.